Ebook #2

Ebook #2, per gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori

Anteprima del libro

Oltre ogni ragionevole dubbio 1.0, di Giorgio Villella
certezza relativa” o “Verità Assoluta”? Secondo me...

Il Triangolo delle Bermuda
La misteriosa scomparsa di una nave nel Triangolo delle Bermuda
Di Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP
Da Grandi misteri della storia, Edizioni Piemme, Milano, 2012 (terza edizione), da pagina 13 a pagina 21. Con il permesso dell’autore.



Oltre ogni ragionevole dubbio

In molti thriller americani, film sulle indagini per qualche omicidio, alla fine si arriva in tribunale per la sentenza che conclude il film. Dopo che si sono interrogati i testimoni e che accusa e difesa hanno esposto le loro ragioni, il giudice si rivolge alla giuria invitandola a ritirarsi in camera di consiglio per decidere se l’imputato è innocente o colpevole.
Ai giudici popolari il giudice ricorda, con una formula precisa, che dovranno rimanere isolati fino a quando avranno deciso la sentenza dopo che ognuno di loro, discutendo con gli altri, avrà raggiunto la “certezza oltre ogni ragionevole dubbio”, cioè una ragionevole certezza, dell’innocenza o della colpevolezza dell’inquisito.
Ma non chiede ai giurati di raggiungere la Certezza Assoluta.
Cosa vuol dire “certezza oltre ogni ragionevole dubbio”? Non sarebbe meglio che i giudici raggiungessero la Certezza Assoluta sulla colpevolezza o l’innocenza dell’imputato? Possibile che si possa condannare all’ergastolo o alla sedia elettrica un assassino senza avere la Certezza Assoluta che sia colpevole? Vediamo.
Raggiungere la certezza oltre ogni ragionevole dubbio vuol dire che i dubbi irragionevoli non si devono prendere in considerazione. Che un dubbio sia ragionevole o irragionevole lo decide ciascuno di noi secondo la sua coscienza, la sua intelligenza, la sua cultura. Per questo nelle giurie popolari ci sono molti giurati, ciascuno dei quali all’inizio del dibattito ha un suo convincimento, che si preciserà poi per le discussioni con gli altri giurati.
Se si dovessero prendere in considerazione i dubbi irragionevoli, gli avvocati difensori potrebbero sempre trovare qualche “prova” assurda di innocenza e i giurati non potrebbero mai esprimere un giudizio di colpevolezza. Gli inquisiti sarebbero sempre assolti e potremmo chiudere i tribunali, lasciando liberi tutti i delinquenti che, con la certezza dell’impunità, continuerebbero a delinquere tranquillamente, ma molto più di prima.
È vero che così si corre il rischio di condannare (anche a morte!) un innocente. Qualche volta è successo. Per questo sarebbe giusto abolire la pena di morte e l’ergastolo, ma non le altre condanne, basate su “certezza oltre ogni ragionevole dubbio”. Se non si condannasse mai nessuno perché non possiamo avere la certezza assoluta della sua colpevolezza, sia che si parli di assassini che di ladruncoli, non si vivrebbe più in una società civile perché le leggi sarebbero inutili, la società sarebbe in balia dei più spietati assassini e le persone morte assassinate (innocenti!) sarebbero molte molte di più. Tornerebbe in vigore la Legge della giungla: i più forti potrebbero fare qualunque violenza e gli altri dovrebbero subirla.
Il grande matematico e filosofo Bertrand Russell termina un articolo che riproduco più avanti con questa frase: «Si deve ricordare che alcune cose sono molto più probabili di altre, che possono essere talmente probabili che non vale la pena di ricordare, in pratica, che non sono del tutto certe».
Noi tutti, tutti i giorni, in condizioni ordinarie, non prendiamo in considerazione i dubbi irragionevoli, in tutti i campi. Se ti appresti a bere un bicchiere d’acqua, chi ti assicura con Certezza Assoluta, che non sia radioattiva o che non sia inquinata dal vibrione del colera? Che fai? Non bevi più? E analogamente non respiri più? Non sali su un treno? Non prendi le medicine che ti ha ordinato il medico, che per un guasto in fabbrica potrebbero essere mortali?
Oppure ti accontenti della ragionevole certezza che l’acqua sia potabile e che la produzione di medicine, sottoposta a controlli rigorosi, sia ragionevolmente sicura? Naturalmente i controlli che la legge richiede sono molto maggiori per i produttori di medicine che per i produttori di camice, ma pur con tutti i controlli non ci sarà mai la certezza assoluta sulla sicurezza delle medicine o che l’acqua “potabile” sia potabile. E noi tutti continueremo a bere l’acqua potabile (a meno che non sia chiaramente alterata) e a prendere le medicine che ci ha ordinato il medico.
Supponiamo che la polizia, allertata da un pentito, arrivi in tempo per arrestare un mafioso autore di molti omicidi proprio mentre si appresta a sparare per uccidere la guardia del corpo che accompagna un ricco industriale che deve rapire.
L’arrestato dichiara di non essere il mafioso, ma suo fratello gemello, di essere molto pio e di non aver mai commesso reati. Che la pistola del fratello che ha in mano non saprebbe neanche usarla perché non ne ha mai vista una. Non sa neanche se è inserita la sicura e come si toglie.
Di lui nessuno ha mai saputo nulla perché nascosto immediatamente dopo la nascita in un convento con un falso nome. E lì è rimasto sempre fino a che la Madonna di Siracusa lo ha miracolosamente sostituito al gemello, il vero mafioso, qualche minuto prima dell’arresto. La Madonna vuole che il gemello mafioso, che ha sempre avuto una grande devozione per lei, rimanga in salvo in un eremo lontano, sicura che riuscirà a redimerlo a tal punto da fargli fare una vita da santo. Nella tasca del presunto mafioso si trovano effettivamente molti santini della Madonna di Siracusa.
La polizia deve rilasciare l’arrestato subito con tante scuse perché non ha la certezza assoluta che l’arrestato stia raccontando frottole e sia il vero colpevole? O basta la ragionevole certezza che sia il mafioso ricercato, per arrestarlo?
Come si procede? La polizia farebbe una rapida inchiesta dalla quale risulterebbe che non esiste un gemello del mafioso. Lui potrebbe rispondere che i suoi genitori, noti mafiosi morti da tempo, erano molto superstiziosi e che quando si erano sposati, un cartomante li aveva spaventati dicendo che sarebbero entrambi morti di morte violenta se avessero allevato due gemelli. Per questo, alla nascita dei gemelli, ne avevano nascosto uno in un certo convento di una città vicina senza registrarlo all’anagrafe e senza raccontare il fatto a nessuno.
Un poliziotto può far notare che i gemelli, anche quelli monozigoti, cioè nati dallo stesso uovo, hanno le impronte digitali diverse. Basterà dunque verificare le impronte dell’arrestato con quelle prese sulle scene dei delitti precedenti per assicurarsi che l’arrestato sia il mafioso. Alt, costui dichiara che la Madonna gli ha cambiato anche le impronte, che adesso sono uguali a quelle del gemello mafioso.
Si chiede all’imputato di descrivere la sua cella al convento, le stanze comuni, i frati che ci vivono. Ma la Madonna gli avrebbe cancellato la memoria di quei luoghi. Si fanno indagini nel convento dove il “gemello buono” sarebbe stato nascosto, per verificare le sue affermazioni. Alt di nuovo, la Madonna avrebbe infatti alterato anche la memoria di tutti quelli del convento, per cui adesso non ricordano nulla del gemello che avrebbe vissuto con loro…



Il Triangolo delle Bermuda

Il quoziente di curiosità e la misteriosa scomparsa della Sandra
Proviamo a scoprirlo con un piccolo esperimento. Leggete attentamente il seguente brano:
La Sandra era un cargo a vapore di forma quadrata, con lo scafo lungo 107 metri, decorato qua e là da macchie di ruggine. Fornita di radio e con un carico di 300 tonnellate di insetticida, percorreva tranquillamente la sua strada verso sud, lungo i frequentatissimi itinerari costieri della Florida, nel giugno del 1950.
L’equipaggio, di ritorno dalla mensa, raggiunse il ponte di poppa per fumare, ammirare il tramonto e riflettere su quello che il domani avrebbe portato. Nel crepuscolo tropicale che avvolgeva la pacifica costa della Florida gli uomini guardavano l’amichevole occhieggiare del faro di St. Augustine. La mattina seguente non c’era più nulla. Nessuno vide mai più né la nave né l’equipaggio. Erano silenziosamente scomparsi nella notte sotto un cielo stellato. Nessun indizio che possa permettere di risolvere questo sconcertante mistero è mai venuto alla luce.
Si tratta di un tipico esempio di quanto si può leggere, in tanti articoli e libri dedicati al cosiddetto Triangolo delle Bermuda, quando arriva il momento di descrivere la misteriosa sparizione di una nave o di un aeroplano. Un mare tranquillo, marinai che si rilassano, un tramonto, un cielo sereno: la pace. Poi, improvvisamente, più niente! Nave ed equipaggio scompaiono senza lasciare traccia.
Avete letto bene il brano? Volete rileggerlo? Fate pure con calma, io vi aspetto. Fatto? Bene, adesso scrivete su un foglio le domande che quel brano vi ha fatto venire in mente (se ve ne ha fatta venire in mente qualcuna, naturalmente).
Eccoci dunque al nostro piccolo esperimento. Si tratta di un test per determinare la qualità del vostro «quoziente di curiosità», così come l’ha definito Lawrence David Kusche, il più noto studioso critico del Triangolo delle Bermuda.
A quale delle seguenti categorie appartenevano le vostre domande:
Tipo a): Quale forza misteriosa può essere all’origine della scomparsa della nave? Come mai non sono più state trovate tracce della Sandra? Quale mistero si nasconde in quel tratto di mare? Potrebbero esserci dietro gli alieni? ...
Oppure:
Tipo b): Se la Sandra è scomparsa quella notte e non ha lasciato superstiti, come fa l’autore del brano a sapere che cosa facevano i marinai al tramonto? E come fa poi a sapere se avevano veramente visto il faro di St. Augustine? Il mare era davvero calmo? ...
Se le vostre domande rientrano nella categoria di tipo a), significa che avete (almeno per ora) un basso quoziente di curiosità, simile a quello che dimostrano libri e periodici dedicati a diffondere in maniera acritica ogni tipo di notizia apparentemente misteriosa.
Se invece le vostre domande appartengono alla categoria di tipo b), significa che avete un alto quoziente di curiosità e che un campanellino di allarme si è messo ripetutamente a suonare nella vostra testa mentre leggevate il resoconto sopra riportato. È vero: in effetti c’è qualcosa di strano in quel paragrafo, ma, più che la sparizione della nave, riguarda il modo in cui l’evento è stato raccontato².
[Nota 2]: Amici del tipo a), non temete: forse non vi siete posti quelle domande non perché non ne siate in grado, ma perché nessuno vi aveva mai aiutato a scoprire come esercitare al meglio la vostra curiosità. Se mi seguirete fino alla fine del libro farete certamente pratica a sufficienza e sarete in grado da soli, in futuro, di scoprire se qualcosa non quadra nella prossima storia misteriosa in cui vi imbatterete.
Come può l’autore, che ci presenta il suo resoconto come un fatto documentato (e non certo come una versione romanzata, notiamo bene), sapere che i marinai si erano messi a fumare sul ponte di poppa guardando l’orizzonte? L’unico modo che avrebbe potuto permettergli di possedere informazioni così precise sarebbe stato quello di trovarsi egli stesso sulla nave quella sera. Ma pare che ciò non sia mai successo, altrimenti lo avrebbe sicuramente detto. È forse possibile, ci chiediamo allora, che il ritorno dalla mensa dei marinai e il fumare scrutando l’orizzonte siano dettagli normalmente trasmessi via radio? Improbabile. E come faceva l’autore a sapere che la nave si trovava all’altezza del faro di St. Augustine? Qualcuno li ha forse visti? E se è così perché non ci dice chi li ha visti? Da dove? A che ora?
La risposta più probabile a queste domande è che l’autore non avesse la più pallida idea di cosa fosse successo sulla nave quella sera, né dove fosse sparita esattamente, né quali fossero le condizioni del mare.
A questo punto, forse qualcuno penserà: «Ma a chi può importare se i dettagli sono inventati? È possibile che per rendere più interessante la storia l’autore abbia aggiunto un po’ di colore. E allora? Niente di male, no? La cosa importante, piuttosto, è che la nave è scomparsa senza spiegazione!».
Chi la pensa così ribadisce il suo basso livello di curiosità: è chiaro che non gli interessa sapere veramente cosa è successo alla nave, ma gli basta divertirsi a pensare che non ci siano spiegazioni razionali al mistero. Quei «dettagli» invece sono fondamentali. Il fatto che l’autore abbia descritto in quel modo la situazione sulla nave aveva lo scopo di informare il lettore che tutto era calmo e tranquillo, che non c’era nessun pericolo imminente, rendendo così la sparizione della nave ancora più misteriosa. E anche l’indicazione del faro di St. Augustine come punto di riferimento serviva a localizzare l’area di scomparsa della nave e a rendere la mancanza di relitti ancora più inquietante…
Peccato, però, che l’apparente precisione del nostro narratore si scontri con i fatti. Il signor Kusche di cui dicevamo sopra, infatti, mentre raccoglieva materiale per il suo libro The Bermuda Triangle Mystery Solved (Il mistero del Triangolo delle Bermuda risolto), ha controllato tutti i dati della Sandra presso i registri conservati dai Lloyd’s di Londra, la famosa compagnia di assicurazione, e ha scoperto…