Home

In Italia ci sono milioni di coppie di genitori non credenti.
Come devono accompagnare la crescita dei loro bambini?
Facendo finta di essere credenti?
Per non offendere i molti clericali permalosi?
Oppure facendoli partecipare a dibattiti con coetanei?

FILOSOFIA TRA BAMBINI E TRA RAGAZZI
Secondo me — Secondo te

Suscitare ragionevoli dubbi
La tolleranza va coltivata da piccoli, con filosofia

A cura di Giorgio Villella

Per discutere, servono anche gli argomenti di chi non crede

Questo è un blog per genitori non credenti e per insegnanti interessati, in cui ci sono racconti, saggi e citazioni filosofiche per bambini e per ragazzi

Per far discutere, tra loro con un formatore, gli studenti:
— Durante l’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica
— Nei gruppi di Circle Time e di Philosophy for Children
— Nei Camp Quest estivi
— In gruppi di ragazzi coetanei, scuola, a casa o in vacanza

Ho fatto questo blog per entrare in contatto con genitori di alunni della scuola statale primaria (elementare), secondaria di I livello (media) o del primo biennio delle superiori che non si avvalgano dell’ora di religione. Spero si formino gruppi di genitori di una stessa classe disposti a fare richiesta che nell’ora alternativa del prossimo anno si faccia filosofia per ragazzi. Come è già avvenuto in Italia negli anni passati in alcune scuole statali, come documentato da libri pubblicati su quelle esperienze. Mi sarà facile trovare facilitatori patentati in molti posti d’Italia. Per discutere con i dirigenti scolastici, con l’ufficio regionale, col ministero dell’istruzione, per eventuali ricorsi al Tar ci posso pensare io (o l’Uaar se vuole).

  In Italia la secolarizzazione della società —indifferenza dei cittadini rispetto alle religioni— cresce rapidamente e il Centro Nord è allineato col resto del Mondo occidentale dove la mentalità religiosa è sempre più minoritaria. Io sono nato nel 1936 quando “tutti” erano cattolici e la religione cattolica dominava la società. Mi trovo adesso a vivere in un società dove pochissimi seguono i precetti della Chiesa cattolica, ma la religione cattolica domina sempre la politica e la società. Vedi i privilegi che lo Stato le concede con il Concordato e i sei miliardi di euro che riceve ogni anno, sempre dallo Stato, e le puntuali critiche della Corte dei Conti per come viene gestito l’otto per mille. Vedi l’ora di Insegnamento della Religione Cattolica, IRC, in classe. Vedi la legge 40 sulla procreazione clericalmente assistita promulgata dal parlamento e naturalmente smantellata dalla Corte costituzionale e dai Tribunali. Vedi la difficoltà di far approvare civili leggi sull’eutanasia, sul testamento biologico, sui matrimoni gay, sulle unioni di fatto, ecc., che la maggior parte della popolazione vorrebbe. Vedi la vicenda dell’Ateobus di Genova. Vedi Secolarizzazione in questo blog (o in Wikipedia).
Nonostante la secolarizzazione, rimane ancora aperto in Italia il problema di come educare i figli di famiglie non credenti o —rispetto alla religione cattolica— altrimenti credenti. Noi non credenti non vogliamo che ai nostri figli siano inculcati la paura dell’inferno, i sensi di colpa per il peccato originale o per altri peccati come i cattivi pensieri o i sensi di colpa se si scoprissero omosessuali, o essere indotti a credere che preghiere e fioretti siano efficaci in caso di malattia o per superare un esame anche se non si è studiato, ecc.
I genitori italiani atei o agnostici non sono interessati a fare proselitismo con i credenti e soprattutto con i minorenni, ma se hanno figli piccoli che vanno all’asilo o a scuola, hanno non solo l’ovvio diritto che i loro figli non siano oggetto di proselitismo cattolico, contro la loro volontà, ma anche che non subiscano discriminazioni o emarginazioni, come avviene troppo spesso.
In genere i bambini sanno che ci sono molte religioni diverse, tutte sbagliate tranne la loro. Che ingiustizia che bambini “sfortunati” nascano nei posti sbagliati! In Italia è tollerato che in classe ci siano bambini di famiglia ebrea, valdese, musulmana, indù, testimone di Geova, ecc. Ma un bambino figlio di genitori non credenti, può fare ancora scandalo. Si pensa che i genitori dovrebbero educare comunque i loro figli a una religione (quale?), anche se ai nostri giorni in Italia i bambini di famiglia non religiosa sono ormai più della metà del totale. In molte benemerite scuole non si fa il presepe o non si mette il crocifisso in classe se c’è un alunno musulmano, ma se non c’è il bambino musulmano, ma ci sono molti bambini di genitori non credenti, il problema non si pone.

Le diverse visioni religiose del mondo e la concezione atea agnostica non devono dividere i ragazzi, ma essere accettate da tutti come delle opzioni normali. I bambini, se non sono istigati dai genitori o dall’ambiente, accettano questa realtà come naturale e la scuola e la TV di stato dovrebbero rafforzare l’idea che si è normali sia che si sia credenti, sia che non lo si sia.
Se è lecito, come è lecito, che i genitori di un bambino di qualunque età dicano al figlio che esiste Dio, deve essere anche lecito che genitori non credenti dicano ai propri figli che, secondo loro, dio non esiste. Altrimenti anche i genitori non credenti sono, di fatto, cittadini di seconda classe in questo Paese, come gli omosessuali, i neri, le donne, ecc.
Noi adulti non credenti, non vogliamo vivere in un Paese con la Religione di stato, dove si mal sopporta chi ha un’altra religione —rispetto a quella che senza alcun diritto, è di fatto la religione di stato— e non si rispetta chi non appartiene ad alcuna religione e dove nella scuola pubblica non si insegna ai nostri figli storia delle religioni e della non credenza, ma c’è l’Ora di Insegnamento della Religione Cattolica fatta da insegnanti scelti dal vescovo per indottrinare gli alunni!
In Inghilterra non sempre c’è l’ora di religione a scuola. Ma quando c’è, anche nelle scuole elementari, si illustrano sia le principali religioni, sia l’ateismo e sia l’agnosticismo, a tutta la classe, con insegnanti della scuola e libri opportuni, preparati dagli interessati. Vedi il fasciscolo preparato da una associazione inglese omologa alla nostra Uaar, tradotto in italiano e usato correntemente in quel civile Paese. E nessuno deve uscire di classe durante l’ora di insegnamento delle varie religioni e dell’ateismo. Come avviene invece in Italia durante l’IRC. Con emarginazione dei non avvalentesi.
   In Italia il maggiore ostacolo per i genitori non credenti che vogliono educare i loro figli secondo i loro civili principi, sorge proprio quando i loro figli cominciano a frequentare la scuola pubblica. Da una parte c’è l’ora settimanale di IRC: un’ora e mezza per la materna, due ore per la primaria, con insegnanti di ruolo scelti dal vescovo, presente dal primo giorno di scuola. Dall’altra ci dovrebbe essere l’ora alternativa per chi non si avvale dell’IRC, che spesso non c’è o è organizzata male e comincia magari molto in ritardo. Infatti in molte scuole non chiedono ai genitori, all’atto dell’iscrizione, se scelgono per i loro figli l’ora alternativa. Lo chiedono qualche settimana dopo l’inizio delle lezioni e altre settimane passano quindi per organizzarla. Tanto nel frattempo c’è l’IRC per tutti: “Che gli fa sempre bene!”

   Spesso sono gli stessi dirigenti scolastici a chiedere ai genitori di non avvalersi dell’ora alternativa per evitare che i loro figli siano discriminati o dicendo che non possono istituire l’ora alternativa per presunte difficoltà economiche o burocratiche. L’Uaar è riuscita a far sancire, dal Tribunale di Padova, il principio che “l’attivazione dell’ora alternativa è un obbligo in capo alle scuole”.
Molti genitori non cattolici si sentono dunque costretti a far seguire ai propri figli l’ora di religione cattolica poiché nelle scuole primarie e in quelle secondarie di primo grado i loro figli rischiano di essere discriminati pesantemente, mentre è giusto che anche i genitori non credenti possano educare apertamente tranquillamente i propri figli ai propri valori e alle proprie concezioni del mondo. E non si capisce perché le Istituzioni pubbliche in Italia, stato laico di cittadini e non di sudditi, debbano interferire.
Quando ero segretario nazionale dell’Uaar e l’associazione non era ancora registrata dal Ministero come Associazione di Promozione Sociale (APS), ho ricevuto centinaia di segnalazioni di genitori che nella loro scuola non era prevista l’ora alternativa all’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). Si legga in proposito progetto ora alternativa, in cui sono particolarmente interessanti le FAQ e che può essere usato come un manuale per i genitori non cattolici per conoscere e risolvere i tanti problemi per l’IRC a scuola.

Ecco un esempio di come la scuola pubblica in Italia possa discriminare i bambini di famiglie atee. Un giovane biologo mio amico, sposato in municipio, che non aveva battezzato i figli, che non frequentavano l’ora di religione, mi disse che aveva un grosso problema: il suo primogenito frequentava la scuola elementare e da settimane le maestre in classe non parlavano che della imminente prima comunione. Il figlio un giorno ha chiesto a casa di poterla fare anche lui. «Non puoi, tu non sei neanche battezzato». «E allora battezzatemi».
È accettabile che un bambino di genitori non credenti sposati in municipio, non battezzato, che va obbligatoriamente alla scuola elementare, venga indotto dalla scuola a chiedere di essere battezzato? Quanti bambini con genitori non cattolici sono costretti ogni anno a far fare la prima comunione ai loro figli dalla scuola? Non è necessario che le scuole pubbliche siano neutre rispetto alla religione?
Ma quella volta finì bene. Suggerii al padre di organizzare per la domenica delle prime comunioni un evento speciale: Il primo volo in aereo per andare a trovare i nonni a Napoli. Oppure portarlo in un agriturismo e farlo andare per la prima volta a cavallo. Oppure ancora fare una gita al parco di divertimenti di Gardaland, dove ci sono riproduzioni a grandezza naturale di grandi dinosauri, di cui era appassionato. Per fortuna lui e l’altro compagno che non frequentava l’ora di religione hanno scelto il parco divertimenti e le due famiglie ci sono andate insieme.
Il lunedì successivo in classe i due amici hanno raccontato a tutti i compagni delle meraviglie di Gardaland e il giorno dopo, all’uscita dalla scuola, alcune madri hanno protestato con le madri dei due ragazzi, accusandole di aver rovinato la prima comunione dei loro figli che avevano detto a casa che avrebbero preferito andare anche loro a Gardaland, invece che fare la prima comunione: «Non potevate scegliere un’altra domenica, per la visita a Gardaland?»
Vi immaginate le reazioni di quei benpensanti in Italia che appezzano l’eventuale richiesta di un bambino di famiglia atea di essere battezzato, se un maestro ebreo (o buddista, o musulmano, o valdese) inducesse un allievo di famiglia cattolica a chiedere a casa, per esempio, di rispettare il sabato ebraico? O se un bambino di famiglia cattolica, con un insegnante ateo, dichiarasse di non voler fare la prima comunione?

Dedico questo blog al cattolico conte Joseph De Maistre, 1753 - 1821, diplomatico al servizio del Regno di Sardegna. Filosofo, politico, giurista, nemico dei protestanti, dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese, che a proposito dell’educazione cattolica dei bambini, ha dichiarato:

"Dateceli dai cinque ai dieci anni e saranno nostri per sempre"

Questa affermazione ha smesso di essere vera in Italia e nelle democrazie occidentali per merito della Secolarizzazione, ormai sempre più diffusa in tutti i settori della società.
   
   Comunque non è giusto dare dei ragazzini dai cinque ai dieci anni a qualcuno convinto di avere la Verità Assoluta, che approfittando della loro giovane età vuole condizionarli e per sempre. Meglio affidarli alle discussioni filosofiche tra coetanei con idee diverse. È più facile che diventino cittadini responsabili e tolleranti.