Esempi

In Italia ci sono milioni di coppie di genitori non credenti.
Come devono accompagnare la crescita dei loro bambini?
Facendo finta di essere credenti?
Per non offendere i molti clericali permalosi?
Oppure facendoli partecipare a dibattiti con coetanei?


Discussioni tra bambini

Come esempi di discussione tra bambini di cinque anni comincio riportando alcune pagine di discussioni da un interessantissimo libro:

Piccole ragioni, di autori vari
Filosofia con i bambini
Franco Cosimo Panini editore
Leggendo le discussioni che seguono, verrebbe quasi da non credere che bambini così piccoli possano fare discussioni così mature, ma poi ho pensato che quei bambini erano alunni degli asili di Modena, studiati in tutto il mondo come esempi di altissimo livello, abituati a fare discussioni con quella metodologia.

Comincio copiando dal capitolo:
Un mondo dove sto bene
Come costruire un mondo migliore ponendomi anche dal tuo punto di vista
Scuola d’infanzia comunale Tamburini (Modena)
Età dei bambini: 5 anni
Numero dei bambini: 22
Insegnante: Grazia De Cristan
… … …
Bambini e adulti alle prese con le regole
Da pagina 77
Alessio dice che le regole si imparano lentamente, giorno per giorno:
Alessio: si imparano non in fretta se no non capisci niente
Iacopo: le regole si imparano con calma
Gabriele T.: ma se uno non sa le regole la maestra lo fa imparare 
Matteo: se uno sa le regole e poi fa finta di non “le” sapere la maestra lo sgrida, perché in verità aveva capito tutto il bimbo e poi fa finta e poi è giusto sgridarlo perché un bimbo che fa finta di sapere le regole e poi le fa sbagliate non è giusto, perché vuol dire che è un bimbo molto birichino
Allora, se un bimbo non sa le regole bisogna spiegargliele e se fa finta di non saperle è giusto sgridarlo e se invece è un adulto a non sapere le regole come si fa? È giusto sgridarlo?
Tutti: no
David: non si sgrida ... agli adulti... un adulto che non sa le regole chiede ad un altro adulto che le sa come la maestra, però non viene sgridato
Quindi un adulto che non sa le regole non deve essere sgridato, ma deve chiedere ad un altro adulto, siete d’accordo con quello che dice David?
Alcuni sì e alcuni no
Francesco: no, lo puoi anche aiutare
Matteo: sì, perché è impossibile che un adulto non sappia le regole perché è passato molto tempo da quando gliele hanno insegnate quindi le sa ovviamente a memoria
David: sì, però se non se le ricorda?!
Tu David dici «se non se le ricorda», ma se un adulto non si ricorda le regole apposta?
Iacopo: fa lo stesso io credo, perché scusa lui chiede aiuto a un altro adulto
Allora, se un adulto non sa le regole può chiedere aiuto a un altro adulto e non viene sgridato anche se lo fa apposta, se un bambino non sa le regole è giusto sgridarlo, ho capito bene?
Iacopo: sì, però se non l’ha fatto apposta il bambino non va sgridato David: sì, però se è un ragazzo viene sgridato perché le sa le regole
Tra i tanti «se», Livia prova a mettere ordine, ma non è facile: «sì, perché tu spieghi una regola e poi tu l’hai imparata, allora tu non puoi fare quello che vuoi perché hai la regola in mente e allora non puoi più fare quello che vuoi e poi se ... allora ti dimentichi la regola, cerchi di pensarla e non la pensi più, chiedi alla maestra qual era la regola, la maestra te la rispiega».

Chi decide le regole?
Pensando alla loro esperienza, i bambini dicono che non possono decidere molte regole: possono decidere di giocare, ma non per quanto tempo. «Almeno qualche volta» possono decidere quando mangiare, come vestirsi e quando andare a letto. Ma considerando anche quello che accadrà quando arriveranno Giacomo e il suo amico, ci si chiede se sarà meglio decidere le regole insieme, o se le decide uno soltanto?
Tutti: insieme
David: perché se no se uno decide una regola e la dice a chi vuole e l’altro lo sente e dice un’altra regola e poi l’altro che stava dicendo prima la regola a un altro dice no ci viene della confusione
Livia: perché se uno ... se due persone, dopo ... allora, uno spiega una regola, dopo l’altro la spiega dopo litigano, dopo quell’altro dice no e quell’altro dice no di quella regola dopo ci viene la confusione, ma dopo se questo dice una regola che è giusta e quell’altro ne dice un’altra che è giusta dopo si fa una regola e diventa una regola che è giusta, così è meglio decidere le regole insieme così si fa una regola unica [...]
Guido: quando uno dice una cosa sbagliata e uno lo corregge, poi fanno una regola grande che non si può fare quella cosa
Cosa ne pensate di quello che hanno detto Livia e Guido?
Francesco: ha ragione Livia, perché se no se non parliamo, se parla uno e parla l’altro ci viene la confusione esagerata
David: io dico come Francesco
Serena: io dico che va bene quello di Livia perché altrimenti dopo si finisce col litigare perché uno vuole la sua regola, uno vuole l’altra regola e alla fine si finisce per litigare perché non ci si mette d’accordo
E come si fa a mettersi d’accordo, soprattutto quando si è in tanti, perché se siamo solo in due è più facile mettersi d’accordo e decidere una regola, ma se siamo in tanti come noi qui adesso e ognuno vuole una regola diversa come si fa a mettersi d’accordo?
Livia: bisogna fare allora le votazioni, tipo David dice una regola Gabrine dice un’altra e Iacopo un’altra ancora e così via e loro si metteranno a discutere, ma gli altri intanto ascoltano e Ilyas dice «io sono d’accordo con Gabri» e dopo Ayoub dice «io sono d’accordo con David», dopo Ilyas e Ayoub si mettono ad ascoltare ancora e dopo tutti si mettono a discutere ma alla fine se David dice «va bene la tua regola», Gabri dice «Iacopo va bene la tua» e dopo tutti si passano la regola insieme e dopo capisci qual è la regola che bisogna tenere
Per scegliere tra regole diverse, si potrebbero mettere ai voti e si sceglie la regola «che i bimbi di più scelgono» (livia).

Continuerebbe poi, pagina 79, con:
Educare e reagire alla prepotenza
Dopo aver scelto le regole, però, ce ancora il problema di chi si comporta da birichino e forse anche da prepotente…

Da un altro capitolo dello stesso libro, un’altra scuola:
Tre strade per un viaggio
Filosofeggiando costruiamo la nostra utopia

Scuola d’infanzia comunale San Damaso (Modena)
Età dei bambini: 5 anni
Numero dei bambini: 25 (divisi in fase di lavoro per sottogruppi di otto, otto e nove bambini e successivamente riuniti in un unico gruppo)
Insegnante: Patrizia Manicardi
... …
Le regole
Da pagina 93:
Partendo, non è chiaro se «ci devono essere delle regole» (Claudia), anche se si è solo bambini, o se forse «non ci devono essere, così facciamo tutto quello che ci pare» (Riccardo). Ma le regole possono servire «a non farsi male» (Claudia), o a non dire parolacce e altre cose che «fanno arrabbiare» (Cristian) oppure offendono. Se qualcuno non rispetta la regola «si mette in punizione» (Alessandro) oppure «se chiede scusa gli si perdona» (Riccardo). Ad alzata di mano, la maggioranza preferisce l'idea del perdono per chi chiede scusa.

E se dopo che si è deciso tutti insieme che se chiede scusa lo perdoniamo e lui non vuole farlo, come si fa?
Tommy: lo mettiamo in galera
Riccardo: ma va là Tommy se i grandi non chiedono scusa, non vanno ‘micca’ in galera!
Chiara: io lo metto in castigo e non è più mio amico. Deve chiedere scusa
Greta: se non chiede scusa non gioco con lui e vado da altri amici
Margherita: lo mettiamo da solo seduto a pensare
Alessandro: ma non siamo ‘micca’ a scuola!
Sara S.: se continua a fare a rovescio lo mettiamo in castigo oppure gli diamo degli schiaffi
Alberto: lo strozzo, oppure sta in punizione per cento ore
Sofien: per me, lo lasciamo stare così ha paura di restare da solo e diventa buono
Fabio: io lo metto in castigo per mezz’oretta
Alessandro: io lo perdono e gli do i cioccolatini
Se si danno i cioccolatini a chi fa le cose a rovescio, però, potrebbe di­ventare «il mondo degli sciocchi» (Alberto) o un «mondo fatto a rovescio» (Lara B.).

Chi decide le regole?

Torniamo alle regole. Chi le fa? Chi le decide?
Lorenzo F.: tutti i maschi
Claudia: non è vero
Segue un momento di grande agitazione:
Isabella: le femmine però non sono contente...
Margherita: le femmine però non sono contente e se ne vanno
Alessandro: io non sono d’accordo (che siano solo i maschi)
Marco: per me anche le femmine possono decidere le regole
Perché?
Fabio: perché le femmine possono anche esser amiche dei maschi, se i maschi dicono una cosa e le femmine sono d’accordo decidono con i maschi
Lara B.: perché hanno il diritto anche loro di decidere
Tommaso: se decide la femmina è lei la «capa»
Lorenzo F.: allora facciamo il capo delle femmine e il capo dei maschi
L’idea dei due capi separati non viene accolta. Rimane però l’idea di fare molti capi diversi per le tante cose di cui ci si dovrà occupare. Ad esempio, potrebbero esserci un capo nella casa, uno che si occupa del cibo e un capo della barca. C’è chi vorrebbe essere capo dell’isola solo perché ha avuto l’idea di inventarla, ma non tutti sono d’accordo:
Marco: secondo me ci deve esser uno che comanda tutti
Sofien: non è importante chi è il capo, l’importante è divertirsi [...]
Massimo: è importante perché il capo dice le regole e dopo tutti le fanno
I bambini non sono d’accordo sull’idea che soltanto uno tra loro faccia il capo. Soprattutto, non sono d’accordo che a fare il capo sia un bambino che si comporta a volte male o «fa lo sciocco». Se quel bambino non esagera «e fa il bravo ed è gentile con gli altri» potrebbe anche fare il capo. Il capo «deve essere molto intelligente e bravo e se non fa il bravo noi non lo vogliamo più e ne facciamo un altro» (Davide).
Proviamo a far emergere meglio le caratteristiche del capo:
Sara S.: deve esser buono e gentile
Tommaso: carino
Chiara: non deve esser sciocco
Davide: deve anche studiare... per sapere le cose
Alessio: deve studiare molto
Cristian: e non bisogna disturbarlo quando studia
Votando con alzata di mano, quindici bambini vorrebbero un solo capo, mentre sette bambini vorrebbero tre capi diversi per le tre attività princi­pali. Ancora una volta, però, affiora un dubbio:
Riccardo: perché non facciamo nessun capo?
Claudia: se non c’è un capo è meglio, così tutti si possono divertire... Alessandro: ma così tutti fanno gli sciocchi...
Claudia: ma ci mettiamo una regola: «non si fa gli sciocchi!» Margherita: se non c’è il capo qualcuno rischia di farsi male [...] Margherita: se abbiamo fatto una regola e c’è scritto: «vietato farsi male», ma arriva uno squalo e ci mangia...
Massimo: se un bambino volesse fare il bagno ma ci sono troppe onde, il capo direbbe di no
Riccardo: ma mi è venuto un dubbio: capitan Uncino, no, è troppo lui cattivo, non va bene
Lara B.: se ci fosse capitan Uncino bisognerebbe tornare a casa Margherita: ho avuto un’idea... perché non facciamo che a un certo punto arriva un’altra nave piena di gente e sono tutti cattivi?

Gli amici del capo

I bambini sono contenti di discutere cosa potrebbero fare nella circostanza ipotizzata da Margherita. Ma prima c’è un’altra domanda difficile. Se il capo decide di rispettare le regole e viene un amico del capo e gli chiede: «Sai, siccome sono tuo amico io non voglio fare quella cosa», oppure vuole fare una cosa proibita perché pericolosa, che si fa? Che dice il capo?
Alessandro: dice no
Alberto: dopo si arrabbia
Massimo: e comincia a dare le botte, le sberle
Alberto: lo sgrida
Davide: il capo dice si, che lo può fare
Samuel: è giusto che il capo non lo faccia fare
Alessio: non gliele deve far fare
Riccardo: il capo deve fargli fare le cose giuste
I bambini discutono di altri temi. Sull’isola c’è una grande casa dove si sta tutti insieme e dove ci sono anche le maestre. Non tutti vogliono ospitare gli adulti e i genitori, ma alcuni sono chiari nel dire che, senza genitori, non si sarebbe felici e si sentirebbe la mancanza…

Lette queste discussioni, capisco l’entusiasmo del seguente articolo di cui riporto alcune parti, ma che merita di essere letto tutto:

Da la Repubblica.it del 20 Maggio 2011
FILOSOFI SONO I BAMBINI
Di Michele Smargiassi
Esmeralda non ci ha dormito. All’inizio sembrava tutto così facile: un’isola disabitata, una città tutta da inventare a piacere, senza neanche un consiglio dei grandi, per viverci bene ed essere felici. E invece tutto s’è complicato.
Se non si può far del male a nessuno, neanche a un animale, mangeremo solo i tremendi finocchi bolliti? Visto che abbiamo proibito tutte le armi, come faremo a fermare i cattivi? Anzi, come si riconosce un cattivo? È sempre cattivo o può diventare buono? E cos’è la bontà? Mamma mia, tata mia, che cosa strana progettare un’Utopia se hai solo cinque anni.
Ma che cosa entusiasmante vederli al lavoro, i piccoli Thomas More, i mini Tommaso Campanella della scuola materna “Loris Malaguzzi” di Modena, in cerchio come un consiglio di anziani, compresi nel ruolo, un bosco di mani alzate, e nessuno che scantona via con la scusa che gli scappa la pipì. Sono le “Piccole ragioni”, già al lavoro da qualche settimana, è l’esperimento di filosofia con i bambini forse più precoce tra quelli finora tentati qua e là.
… … …
Al momento, seduti sulle microseggioline, Marco Matilde Matteo Federico e tutti gli altri stanno dirimendo una questione rognosa. Sull’isola dei bambini filosofi è arrivato un ladro, dicendo: «Se mi ospitate, io a voi non ruberò, anzi vi regalerò cose che ho rubato ad altri». «È un cattivo», «Ma a me non ha mica rubato niente», «Però può farlo», «No, ha promesso», «Magari è bugiardo e si ruba tutta l’isola per lui», «Allora lo arrestiamo», «Ma non abbiamo ancora deciso che c’è la polizia sull’isola», «Ha detto che ci fa dei regali», «Io non voglio regali rubati», «Così diventiamo ladri anche noi». Luca Mori, col pupazzo del ladro in mano, si è limitato a lanciare l'argomento e ora dà la parola a chi la chiede.
«Non facciamo una lezione di filosofia ai bambini, facciamo filosofia con i bambini». È operatore del laboratorio filosofico Ichnos, e in questa fase d’avvio del progetto ci mette l’esperienza maturata a Rosignano Marittimo, in Toscana, già dal 2005, per iniziativa del Comune e dell’Università di Pisa. Che qui a Modena scende di qualche gradino nell’età anagrafica, fino a soglie che qualcuno potrebbe ritenere inappropriate. Filosofi a cinque anni? «I bambini sono filosofi, è proprio questa l’età dei perché», taglia corto l’assessore alla scuola Adriana Querzé.
… … …
Luca sapientemente inserisce ogni tanto uno stimolo. La discussione sulle armi è giunta a un punto morto (si può usare un’arma per il bene? Può un’arma spingerti a fare il male? Si può usare violenza per combattere la violenza?), ed ecco che si presenta un Re: «Ciao Ragazzi, se volete penso a tutto io, decido io e le colpe sono mie». «Sììììì», sollevati, entusiasti. «Ma se poi decide di farmi del male?», accidenti al dubbio metodico: siamo daccapo. «Sei buono o cattivo?», «Io? Buonissimo!», «E se fa finta?», «Facciamo che decidi tu, ma prima chiedi a noi», «Secondo me vuole venire per fare come gli pare a lui», «Lo mandiamo via?». Si vota. Vincono gli scettici. Exit il Re in affitto.
… … …
Un capelli-spazzola si blocca a metà ragionamento: «Aspetta, te lo dico dopo, adesso ci devo pensare». La scoperta emozionante dell’argomentazione. Sull’isola, intanto, è sbarcato un mago: «Perché fare tanta fatica? Se volete, ecco una bacchetta magica, e quello che volete si realizza subito, senza stare tanto a pensarci». È un colpo basso. Il popolo di Piccola Utopia vacilla. «Lo prendiamo?».
Pensare è fatica, in fondo. Ed è quasi ora di merenda. «Puoi fare tutto tutto? Basta volerlo?».
Che tentazione. Ma Esmeralda, merenda o no, non è una che si fa fregare: «Se pensa a tutto la bacchetta magica noi smettiamo di pensare, e se smettiamo di pensare il cervello non esiste più». Lo capisce anche un bambino. Chissà se ci arriva perfino un adulto.



Altri esempi di discussione tra bambini da due libri di cui trascrivo alcune discussioni che sono state fatte in classi di prima e terza elementare, riguardanti Dio e l’anima:

Collana Filosofia con i bambini
Morlacchi Editore, www.morlacchilibri.com

Graziella Carrucola - Anna Rita Nutarelli - Walter Pilini
La filosofia a/ha sei anni
L’enciclopedia filosofica dei bambini e delle bambine di prima elementare. Idee-ragionamenti sul mondo. Prima elementare, 14

Questa collana è interessantissima, ci sono trascritte molte “lezioni” di Filosofia per Bambini (P4C) o Circle Time (o “corsi” indipendenti simili) che fanno veramente capire cosa siano queste pratiche filosofiche e che grandi potenzialità hanno. Riporto dagli Indici le sole voci che elencano gli argomenti trattati. Dal primo libro:

Classe Prima A [Maestro Walter]

Le conversazioni [orali, quando ancora non sapevano scrivere]
Il tempo. Lo spazio. Buricchio è morto... . Dio/Allah. Le idee. Che cosa c’era prima del mondo? Umani e animali. Perché veniamo nel nostro salotto? Le favole. La fantasia. La coscienza. Piante, alberi e fiori pensano? E le montagne e i sassi? La pittura. Pulcino o pulcina?

I testi [scritti]
I sentimenti. Il colore dei sentimenti. L’anima Sogni e desideri. La paura. I miei perché. La felicità. La libertà. La tristezza. Il dolore. Dio/Allah.

Classe Prima B

Le conversazioni
Dove è ora la gabbiana? L’infinito. La giustizia. L’amicizia. Cosa pensi riguardo a Dio? Cosa pensi riguardo all’anima? Cosa pensi riguardo all’amore? Cos’è il tempo? Quando sei morta, puoi parlare con Dio e con Gesù?

Classe Prima C [Maestra Anna Rita Nutarelli]
La nascita del pensatoio in classe Prima C

Le conversazioni e i disegni
I nostri perché. La paura. Dio/Gesù. La diversità. Le lacrime. Le idee. Le parole. Gli esseri umani. La fantasia. I disegni: la fantasia rappresentata. La felicità. La fantasia. La tristezza. La paura.

Come si vede sono molti i temi trattati nelle discussioni. In genere queste “lezioni” sono molto interessanti.
Io ne riporto due della prima A che mi hanno incuriosito in modo particolare per l’argomento e per l’età dei bambini:

Lunedì 22 gennaio 2007, p. 36
DIO/ALLAH
Scuola primaria, prima A, bambini e bambine di sei anni, maestro Walter
Lo spunto per la riflessione collettiva di oggi stavolta ci è fornito da una frase che abbiamo letto in Lucignolo: “Ringraziate Iddio, che vi ha dato un figliolo accorto a quel modo!”

Maestro Walter: «Chi è Dio, Allah come lo chiama Ayoub»?
[Si dà per scontato che ci sia un Dio, anche se può avere nomi diversi]
Francesco: «È Gesù».
Mattia B.: «È un signore bravo».
Antonio, Alessio: «È il papà di Gesù».
Giulia: «È uno spirito».
Samuele: «È il figlio di Gesù».
Ayoub: «È il Rabbi e ha un figlio e non so come si chiama».
Nicolò: «È il figlio di Gesù».
Lavinia: «È il nostro re».
Alice: «Per salvare gli altri».
Mattia M.: «È una persona buona».
Nicole: «È un santo».
Elisa: «È uno spirito».
Alice: «È morto, ma non so dov’è».
Andrea: «È un uomo che è morto».
Tommaso: «È una persona buona».
Valeria: «È una persona che porta la pace».

Maestro Walter: «Dove sta? »
Francesco: «In cielo».
Mattia B.: «È in Paradiso. È da tutte le parti».
Alessio: «Sopra le nuvole».
Lorenzo: «In croce».
Mattia M.: «Sta sulle spalle e ci protegge».
Alice: «È dentro una bara».
Andrea: «Sotto terra».
Lavinia: «In una tomba».
Elisa: «In montagna».
Tommaso: «Al cimitero».
Samuele: «A Perugia».

Maestro Walter: «Che cosa fa»?
Francesco: «Porta la pace».
Antonio: «Aiuta ai signori malati».
Mattia B.: «Fa nascere i bambini sulla pancia della mamma».
Alessio: «Dice agli altri, quelli che sono morti, quello che devono fare».
Ayoub: «Allah dà le caramelle».
Giulia: «Dà la pace e l’amore».
Samuele: «Dà la pace».
Lorenzo: «Aiuta le persone che sono morte».
Lavinia: «Ci rispetta e noi lo rispettiamo».
Mattia M.: «Ci aiuta e ci protegge».
Valeria: «Fa il mondo».
Nicole: «Con noi è buono».
Elisa: «Aiuta le persone che erano morte».
Alice: «Dorme».
Andrea: «Vede se le persone sono buone o cattive».
Tommaso: «Dà la capacitò agli uomini di fare le case e i mobili».
Nicolò: «Aiuta gli uomini che sono più deboli».

Lunedì 23 aprile 2007, p. 81
DIO/ALLAH
Scuola primaria, prima A, bambini e bambine di sei anni, maestro Walter
A distanza di tre mesi dalla conversazione sullo stesso tema, stavolta lo ripropongo in forma di testo scritto. [Nel frattempo hanno imparato a scrivere].

Maestro Walter: Dio/Allah: chi è? Com’è? Dove sta? Che fa?
Nicole: «Dio è una persona buona con tutti noi e ci aiuta e poi Dio è in cielo, è un santo e dopo è molto utile.
Lorenzo: «Dio è un uomo. Dio è in carne e ossa in cielo. Dio ci dà dei consigli, viveva sulla terra e l’ha creata poi è morto ed è andato in cielo.
Mattia M.: «Dio sta in cielo contro il diavolo, è un angelo infatti cià [ha] le ali, è buono e bravo sta in cielo ma anche sulle nostre spalle. Ci guarda se siamo buoni o se siamo cattivi, ma lui sta sempre con noi e ogni volta dopo la favola si deve fare sempre la preghiera.
Andrea: «Dio è Allah è una persona con i baffi però pochi. È magro e forte ed è bello. Sta in una casa fredda e sta con il suo papà. Lavora cioè raccoglie i bastoni di legna e i sassi duri che glie lo ordina qualcuno cattivo.
Alice: «Dio è un uomo bravo e ha la barba è biondo ha gli occhi celesti, e adesso sta in cielo, dorme.
Antonio: «Dio è un uomo bravo aiuta delle persone. Dio è alto tiene la barba marrone. Dio sta in cielo. Dio fa il re che aiuta a quelli poveri aiuta alle persone in difficoltà.
Tommaso: «Dio è una persona buona e purtroppo è morto e dopo tutte le persone andavano da lui a pregare e dopo è tornato al villaggio loro.
Nicolò: «Dio è un angelo e è fatto di nuvole e vive in Paradiso e aiuta le persone. Dio è buono e gentile e vuole bene a tutti e i suoi amici sono angeli.
Sofia: «Dio è buono e se non c’era lui noi non c’eravamo. Dio è buono e guai se qualcuno dice che il Dio è cattivo ma vi sbagliate il Dio è una brava persona. Sta in cielo ma Dio in cielo non è da solo ma è con le persone morte, ma il Dio non è morto ma è vivo ci fa crescere ci crea ci ha fatto gli occhi.
Giulia: «È un umano, è bravo, sta in cielo, controlla a tutti e vede chi fa le cose giuste e chi fa cose sbagliate.
Alessio: «Dio è una persona buona e è anche il capitano degli angeli e vive in cielo dove ci sono tante nuvole. E c’è tanto sole e anche tanto azzurro. Ci aiuta e aiuta e aiuta anche gli angeli.
Francesco: «Gesù è in cielo e non fa niente però quando vengono le persone morte Gesù le vede però non è Gesù che vede soltanto le persone anche gli animali.
Mattia B.: «Dio è un angelo buono e dolce e è molto bravo lui sta in Paradiso e aiuta le persone.
Margherita: «È un signore che è brutto sta nella chiesa aiuta le persone.
Ayoub: «Allah ha la barba, sta nel cielo fa le case, ha il mantello e ha la corona e le scarpe marroni e il mantello ce l’ha rosso e bianco con le strisce nere.
Valeria: «Allah è una persona gentile e è stato creato per fare i pianeti è molto bravo fa i pianeti è sulle nuvole.
Samuele: «È un uomo cià [ha] la barba la bocca e i occhi è scalzo e cià il vestito marrone sta su una grotta e aiuta tutti i signori a aiuta tutti i bambini piccoli e anche i bambini grandi e i bambini appena nati.

Questi bambini di prima elementare non sono tabula rasa. Probabilmente discuterebbero di babbo natale, di fate, di fantasmi, di mostri, come di cose reali di cui hanno sentito tanto parlare e a cui credono anche se non sanno bene cosa sono. E così fanno se discutono di Dio, di anima, di angeli. Dicono ingenuamente cose necessariamente assurde, data l’età, che ci possono fare tenerezza. Nessuno nega l’esistenza di dio, anche se non sa cosa sia. Questo vuol dire semplicemente che nelle famiglie non credenti nessun genitore ha detto ai figli “noi non crediamo a dio, all’inferno, al peccato, invece la nonna e i cugini ci credono”. Mentre la TV, la scuola, i nonni, i compagni gliene hanno parlato. Con queste premesse è poco significativo per i bambini fare queste discussioni. Non è il colore della pelle che fa credere in Dio a un bambino italiano oppure fa credere a Kali, Shiva e Visnu a un bambino indiano, ma l’ambiente in cui vive: famiglia, parenti, asilo e amici. I bambini non soffrono se non hanno mai sentito parlare della befana, o degli angeli, o di Giove o di qualunque altro dio. Sono eventualmente i genitori o i nonni o i loro amici e conoscenti a soffrirne.

Sempre dalla stessa benemerita collana Filosofia con i bambini, il secondo libro:
Anna Rita Nutarelli - Walter Pilini
La filosofia è una cosa pensierosa
Diario di un’esperienza nelle Scuola Primaria Chiugiana,
Terza e quarta elementare, Morlacchi editore, 13 € Discussioni tra ragazzi di terza/quarta elementare

Anche da questo libro riporto due discussioni:

Martedì 30 settembre 2003. Classe terza B. Pagina 135.

Le domande-dubbio sono emerse durante l’attività scientifico-antropologica, [sottolineatura mia] prima di affrontare la tematica relativa all’origine dell’Universo.
Prima di arrivare alla spiegazione scientifica, siamo partiti dalle conoscenze pregresse dei bambini e delle bambine, frutto della propria spiegazione della realtà e del mondo e delle informazioni colte da varie fonti, altre rispetto a quelle scolastiche, rielaborate personalmente.
Per creare un’atmosfera di interesse e curiosità (anche “filosofiche”) su un argomento, che, altrimenti, potrebbe apparire lontano dal mondo reale di una classe III, abbiamo letto in classe il libro di Jostein Gaarder C’è nessuno? (Salani editore, Milano 1997).

Chi ha creato tutto questo?
[La domanda presuppone che ci sia la creazione da parte di qualcuno. Questa impostazione vale anche per altre domande precedenti e seguenti]
Eleonora: Per me si è creato da solo.
Elisa B.: Non l’ha creato Dio, sono state le particelle.
Luca P.: È stato Dio.
Sofia S.V.: Le molecole hanno fatto da sole.
Rodolfo: Dio, perché era stanco di stare da solo.
Angelo: Le cellule si sono create da sole.
Gilda: Dio ha creato le cellule, che hanno creato tutto.
Laila: La magia.
Sofia B.: Dio ha creato il materiale e poi si è formato tutto.
Daniele: Le particelle si sono create da sole.
Agata: L’Universo si è creato da solo.
Davide: L’ha creato Dio, perché voleva avere compagnia.
Alessandro B.: Qualcuno.
Letizia: Dio.
Endri: L’ha creato Dio.
Luca A.: L’Universo si è creato da solo.
Elisa M.: Si è creato da solo.
Gloria: L’ha creato Dio per vedere gli animali, perché non voleva più stare da solo.
Benedetta: Si è creato da solo, perché se diciamo che l’ha creato Dio, come ha fatto a resistere a tutto quel calore?
Alessandro S.: Le particelle sono trasparenti e hanno creato l’Universo.
Sasha: Si è creato da solo.
Gerica: Si è creato da solo, non è stato Dio, perché se non c’era l’Universo, non c’era neanche Dio.
Raffaele: L’ha creato Dio.
Francesca: Per me l’ha creato Dio.
Leggere un libro che pone problemi e alternative e aver sentito parlare di cellule e particelle ha fatto finalmente fare discussioni aperte a più ipotesi. Solo dieci bambini su ventiquattro dicono che l’Universo l’ha creato Dio! Per altri due è stata la “magia” o “qualcuno”. Per gli altri dodici “non è stato Dio”, “si è creato da solo”, sono state le “particelle”. La lezione continua:
Chiedendo a bambini e bambine come fosse avvenuta, secondo loro, l’origine dell’Universo, è emerso anche questo interrogativo.

Che cosa è l’infinito?
Infine, dopo la discussione sull’infinito che non riporto, è stato chiesto:

Chi è Dio?
E stata rivolta questa domanda, perché nella precedente conversazione sull’origine dell'Universo, in molti hanno evocato Dio nella propria spiegazione.
Francesca: Dio ha creato gli esseri umani e ci salva.
Luca A.: Dio è una Persona magica.
Rodolfo: È una Persona che dona la Sua serietà e dà a tutti la Sua felicità.
Gerica: Dio è il Padre delle persone umane.
Raffaele: È uno Spirito.
Elisa M.: È un Angelo.
Davide: È una Persona molto buona, formata da molti angeli.
Luca P.: È una persona come noi.
Endri: È una Persona sacra, cioè buona ed aiuta tutti.
Benedetta: È una persona come noi, per questo non poteva vivere durante il Big Bang.
Gilda: Gesù/Dio ha un carattere bravo, aiuta chi sta male e dà le cose a chi è povero.
Eleonora: È una persona come noi, nata prima di noi, non quando si è formato l’Universo. E nata dopo.
Agata: È una Persona che ci vuole bene. Dentro di Sé vuole bene a tutti.
Alessandro S.: E una Persona molto importante e buona, che non lascia mai le persone che stanno morendo.
Letizia: È una Persona sacra, cioè magica, ha poteri.
Laila: È una luce che risplende.
Sofia S.V.: È una persona morta che vuole bene a tutti.
Alessandro B.: È un fantasma che vuole bene a tutti.
Gloria: È un uomo come noi, però è benedetto. Noi siamo normali, preghiamo sempre e soffriamo. Lui ha sofferto per morire e ha salvato le persone.
Sasha: È una persona buona.
Daniele: È l’antenato di Gesù.

Mercoledì 5 novembre 2003, altra classe, sezione A, sempre di terza elementare. Pagina 53.

Chi è Dio?
Nel mondo ci sono persone che credono, persone che non credono e persone che non si pongono il problema.
Le persone che credono hanno diverse religioni e ognuna dà alla divinità un nome diverso: Dio i Cristiani; Allah i Musulmani; Jahvè gli Ebrei...
Gli antichi credevano in più divinità (erano politeisti) e davano anch’essi nomi diversi al re degli dei: Zeus i Greci; Giove i Romani; Odino i popoli del Nord Europa...

Chi è per voi Dio?
Alice B.: È una persona che ci ha voluto bene.
Tommaso: È una persona che ci ha aiutato tantissimo.
Alberto: È una persona che ci ha creato.
Gianmarco: È una persona che ci ha fatti nascere.
Vincenzo: È una persona che ci ha aiutati.
Jacopo: È una persona che ci ha aiutato a vivere.
Francesco: È una persona che aiuta la gente che sta all’ospedale, che sta male.
Sara V.: È una persona che ha creato la terra, il cielo, tutto il mondo.
Giusy: Per me è un santo.
Alexandra: Per me è una persona che ci ha creato e ci ha dato la forza.
Alice C.: Ci ha protetto e ci ha fatto nascere.
Penelope: È tanta energia.
Ciro: È una persona grande.
Angela: È una persona che ci ha aiutato, ci vuole bene, però non so se è nata e se è morta.
Miriana: È una persona che ha fatto la terra per farci vivere.
Sara D.G.: È una persona che t’aiuta, cioè se tu trovi una cosa da fare difficile, che non ti riesce, Lui ti aiuta.
Thomas: Per me Dio è un fratello.

Come ve lo immaginate Dio?
Alice B.: È molto alto e molto robusto.
Tommaso: Con tanti capelli e tanta forza.
Alberto: Con la barba, un bastone.
Gianmarco: Agile e con la tunica.
Vincenzo: Con la tunica e tanti capelli biondi.
Francesco: Un tornado d'aria.
Sara V.: Un ragazzo bello.
Giusy: Con la barba bianca».
Alexandra: Forte, con tanto potere.
Alice C: Buono, dolce, simpatico.
Penelope: Un fantasma.
Angela: Un fantasma che può fare tutto.
Miriana: Con i capelli castani.
Sara D.G.: Con un vestito lungo bianco, un bastone e la barba lunga.
Ciro: Grande».
Thomas: Alto, giovane, capelli biondi e occhi azzurri.
Jacopo: Capelli lunghi, alto e con dei vestiti bianchi.

Dove pensate che stia Dio?
Alice C.: A fianco di noi.
Tommaso: Vicino a noi.
Jacopo: Nel cielo.
Alberto: Nello spazio, però può andare anche da altre parti.
Gianmarco: Qualche volta in Paradiso, qualche volta vicino a noi.
Vincenzo: Da tutte le parti.
Francesco: Nel nostro cuore.
Sara V.: In campagna.
Giusy: In Paradiso.
Alexandra: Sopra una croce.
Alice G.: In Paradiso, che ci accoglie con gloria.
Penelope: È sempre vicino alle persone.
Angela: Dappertutto.
Miriana: In Paradiso e ci sta guardando.
Sara D.G.: In Paradiso, quando non hai pericoli; quando ti senti solo o stai in difficoltà sta vicino a te.
Ciro: Nel cielo.
Thomas: In un palazzo di cristallo.

Secondo voi, che cosa fa?
Alice B.: Ci controlla e quando facciamo le cattiverie, ci punisce anche a noi.
Tommaso: Ci controlla.
Jacopo: Quando stiamo in difficoltà, ci aiuta.
Alberto: Aiuta i poveri e quando siamo in difficoltà aiuta noi.
Gianmarco: Aiuta noi e se ci sono persone in pericolo o che non hanno niente li aiuta.
Vincenzo: Ci controlla.
Francesco: Benedice le persone, spalmando sulle porte il sangue delle persone che sono morte della loro famiglia.
Sara V.: Dio lavora.
Ciro: Non fa niente.
Giusy: Ci viene vicino e quando siamo tristi ci parla.
Alexandra: Sta accanto a noi e quando noi abbiamo qualche difficoltà ci aiuta.
Alice C.: Ci aspetta.
Penelope: Ci aiuta a fare qualunque cosa.
Angela: Ci guarda.
Miriana: Ci osserva.
Sara D.G.: Sta lì e quando vede qualcuno che è morto lo accoglie.
Thomas: Aiuta le persone se sono a disagio.

Abbiamo fatto una discussione su un argomento: Dio.
Potevamo farla anche su altri, come spesso abbiamo fatto e faremo.
A che scopo?
Per imparare a: parlare tutti ed esprimersi su argomenti che conosciamo, più o meno; ascoltare le idee, le opinioni degli altri, rispettandole; confrontarci con tutti, sia quelli che hanno idee simili alle nostre, sia quelli che le hanno diverse.
Tutto questo serve anche per riuscire a stare meglio insieme e a costruire rapporti positivi tra noi, riducendo i conflitti.

Si capisce che anche con questi bambini di 8 anni, molti genitori hanno nascosto le loro idee sulla religione, in casa non le hanno mai discusse e in classe non si è parlato di ipotesi sull’origine del mondo. Ribadisco che prima di discutere bisogna far chiarezza sul significato dei termini e spiegare che molti possono avere idee diverse in proposito. Non tutte le discussioni devono essere superficiali. Per esempio quelle precedute dalla lettura di alcuni libri appositi di cui parlerò nella Bibliografia ragionata e di cui adesso trascrivo alcune pagine. Libri che sono consigliati da otto anni in poi che secondo me è l’età in cui ha senso parlare di questi argomenti, dalla terza elementare.


Pagine di libri per far discutere i bambini

Adesso presento tre libri per ragazzi che presentno pacatamente ma molto bene anche le ragioni della non credenza, senza “assalire” le posizioni dei credenti nelle varie religioni. Al solito trascrivo dall’indice gli argomenti trattati e poi qualche pagina per far vedere come sono trattati. Altri libri sono indicati nella Bibliografia.

Cosa è la vita? Di Oscar Brenifier, disegni di Jérôme Ruillier
Giunti junior Editore, 2006. Fuori catalogo. ￿ Età di lettura: da 8 anni.
Indice: Felicità. Ambizione. Infelicità. Esistenza. Senso della vita. Morte.
Il libro parte da sei domande fondamentali. Attraverso testi semplicissimi e accompagnati da disegni divertenti e ironici, non si ha la pretesa di risolvere ogni questione posta, ma di cominciare a rifletterci sopra, con leggerezza, ironia e serenità:

Esistenza

Perché esiste l’uomo?

1. Perché l’ha voluto Dio.
Sì, ma…
Che cosa voleva farci, Dio, dell’uomo?
Quale Dio?
E chi non crede in Dio?

2. Perché la vita si è evoluta per milioni di anni per arrivare all’uomo.
Sì, ma…
Perché la vita è apparsa sulla terra?
L’uomo avrebbe potuto anche non esistere?
L’uomo è il punto di arrivo dell’evoluzione?

3. Perché la terra doveva essere abitata.
Sì, ma…
La Terra aveva bisogno dell’uomo?
L’uomo aveva bisogno della Terra?
L’uomo non rischia di distruggere la Terra?

4. Perché l’uomo è il solo in grado di capire e spiegare le cose.
Sì, ma…
Capire e spiegare, cambia qualcosa?
Questo significa che l’uomo è superiore a un animale, un albero, una stella?
Come facciamo a sapere che l’uomo è il solo a capire?

5. Per niente.
Sì, ma…
Non è che lo diciamo perché non sappiamo rispondere?
E se l’uomo non servisse a niente?
Ti scoccia esistere senza motivo?

6. L’uomo esiste è ovvio.
Eppure qualche volta si ferma, si guarda in giro stupito e si chiede perché c’è.
È dio, oppure la natura, che lo fa esistere?
La Terra non sarebbe forse migliore senza di lui?
L’uomo è intelligente. Ma quando vede ciò che combina, è combattuto tra l’ammirazione e il timore.

Il concetto di Dio di Oscar Brenifier, disegni di Jacques Després
Isbn Edizioni. 2010. Età di lettura: da 8 anni.

Dalla presentazione:
Non c’è un solo modo di pensare.
Sta a ognuno scoprire, cercare, costruire il proprio…
Non c’è un’unica risposta alle grandi domande della vita.
Dodici idee sul concetto di Dio si confrontano in questo libro.

Ecco le prime due:
Alcuni pensano che Dio esista, che sia un essere reale.
Altri credono che Dio sia un’idea che ci serve per spiegare l’origine del mondo e misteri come quello della vita e della morte.
Alcuni pensano che esista che un solo Dio, unico e onnipotente, anche se prende nomi differenti a seconda delle credenze.
Altri credono che esistano innumerevoli dèi, ciascuno con la propria natura e specifiche capacità.

Le 50 domande più toste e strambe sulla Fede e sulla Religione
Di Julian Baggini, Vallardi editore, da otto anni.

SOMMARIO degli argomenti trattati:
Cap 1 Religioni per tutti i gusti
Che cos’è una religione?
Come posiamo capire una religione?
Perché ci sono così tante religioni?
Perché esistono varianti della stessa religione?
Dobbiamo rispettare chi ha una religione diversa?
Perché alcune nazioni sono più religiose di altre?
Possiamo criticare una religione?
C’è stato davvero il Diluvio Universale?
Cap 2 In cerca di Dio
Che cos’è Dio?
Ma Dio esiste?
Un solo Dio o molti dèi?
Possiamo dimostrare l’esistenza di Dio?
A che cosa somiglia Dio?
Dio è un uomo?
Dio ha creato il mondo?
Dio è onnipotente?
Dio conosce il futuro?
Dobbiamo ubbidire a Dio?
Dovremmo temere Dio?
E se Dio non esistesse?
Cap 3 Santi, peccatori, il bene e il male
La religione può dire cosa è giusto e sbagliato?
Che cos’è il peccato?
Sono nato peccatore?
I credenti sono persone migliori?
Chi sono i santi?
Le religioni aiutano i poveri?
Che cosa dicono le religioni sugli animali?
Le religioni trattano uomini e donne allo stesso modo?
Le religioni causano le guerre? Esiste davvero il paradiso?
Esiste l’inferno?
Esiste il diavolo?
Perché Dio permette il male?
Dio può sbagliare?
Dio può essere malvagio?
Cap 4 Fede, culto, angeli e anime
Che cos’è la fede?
La fede può guarire?
Perché si pratica un culto?
Possiamo parlare con Dio?
Che cos’è un angelo?
L’immagine della Madonna può apparire su un toast?
Un dente può essere sacro?
La religione si eredita dai genitori?
Un neonato può avere una religione?
Ma io ce l’ho un’anima?
Posso cambiare religione?
Ma insomma, posso prendere pezzi di religioni diverse?
Riporto le paginette dei capitoli sottolineati come esempi di come tratta questi argomenti Julian Baggini che scrive critiche pacate e ragionevoli alle religioni, ma non infierisce mai. Ha sempre un argomentare sereno e aperto a ogni punto di vista.

Da pagina 12:
Perché ci sono così tante religioni?
Nel mondo ci sono talmente tante religioni che contarle non è affatto facile. Magari la tua è una delle più diffuse, ma ci sono almeno una ventina di religioni con oltre mezzo milione di seguaci ciascuna.
Ma perché c’è tutta questa varietà?
Si potrebbe rispondere che solo una o alcune delle religioni del mondo sono vere, e che tutte le altre sono false. Questa risposta pone subito un problema: come facciamo a sapere qual è quella vera?
Un’altra possibilità è che ogni religione sia sbagliata in qualche modo, ma che molte - forse tutte - abbiano qualcosa di giusto.
Una terza possibilità è che tutte le religioni siano solo un’invenzione degli uomini. Naturalmente la gente non pensa di averle inventate. Chi è religioso pensa sinceramente di aver scoperto delle verità importanti. Ma forse ha torto.
Qual è la risposta giusta? Non te lo so dire. Devi decidere da solo qual è quella più sensata.
In questa pagina c’è poi un riquadro con una frase di Homer Simpson, dalla serie TV I Simpson:
Ma Marge, e se avessimo scelto la religione sbagliata? Ogni settimana faremmo solo diventare Dio più furioso!”

Da pagina 14:
Perché alcune nazioni sono più religiose di altre?
Qualche anno fa, un’indagine scoprì che nove africani su dieci dicono di essere religiosi. Nell’America Latina e in Medio Oriente dicono di esserlo otto persone su dieci. Ma in Europa occidentale solo sei persone su dieci affermano di essere religiose.
Perché in alcune parti del mondo le persone sono più religiose? Be’, pare che spesso gli abitanti delle nazioni più ricche e più istruite siano meno religiosi.
Ma non è così semplice. Gli Stati uniti sono una nazione molto religiosa, con più di sette persone su dieci che si definiscono religiose. Ma sono anche la nazione più ricca del mondo, con alti livelli di istruzione. In tutto il mondo esiste gente ricca, istruita e religiosa.
Insomma, anche se il benessere e l’istruzione influiscono, dobbiamo guardare anche alla storia e alla cultura di ogni singola nazione per capire perché i suoi abitanti hanno certe credenze. I fattori coinvolti sono così tanti che è molto difficile capire perché alcune nazioni sono più religiose di altre.

Da pagina 27:
Dio è onnipotente?
Spesso si pensa che Dio possa fare qualsiasi cosa. Ma ecco qui alcune cose che Dio non può fare: Dio non può creare un altro dio che sia più potente di lui.
Dio non può creare un cerchio quadrato. Se avesse quattro lati, non sarebbe un cerchio; se fosse un cerchio, non avrebbe quattro lati e non potrebbe essere un quadrato. …

Da pagina 30: E se Dio NON esistesse?
Alcuni credono che Dio non esista. Sono chiamati atei.
Cambierebbe qualcosa se Dio non esistesse? Molti pensano di sì. Se l’universo non avesse un creatore e nessuno che lo governi, allora come potremmo sapere in che modo vivere, e soprattutto, che senso avrebbe la vita?
Molti atei non sono d’accordo. Pensano che la vita possa scorrere bene anche senza uno o più dèi. A pensarci bene, non è meglio amare il prossimo semplicemente perché pensiamo sia giusto, piuttosto che per accontentare Dio? Non è meglio apprezzare la vita per quello che è, invece di stare troppo a pensare a che cosa potrebbe succedere dopo la morte?
Gli atei dicono che vivere senza Dio ci aiuta a concentrarci su ciò che è davvero importante: il nostro prossimo e la vita qui sulla Terra.
Così, se anche Dio non esistesse, non sarebbe poi un gran disastro!
C’è un riquadro nella pagina, con una frase di Bertrand Russell (1872-1970), filosofo e matematico inglese: “La religione è un residuo dell’infanzia della nostra intelligenza. Svanirà nel momento in cui adotteremo la ragione e la scienza come linee guida.”

Siti, in attesa che me ne siano segnalati altri

AMICA SOFIA è una associazione di promozione sociale per la ricerca e la diffusione delle pratiche di filosofia dialogica nella scuola e nella società. Ha un bel sito con interessanti rubriche e una rivista:
Ecco un esempio di P4C a Casalecchio di Reno (BO):
Altri progetti qui:
Il “Road to 2020”: