Come
devono accompagnare la crescita dei loro bambini?
Facendo
finta
di essere credenti?
Per
non
offendere
i molti clericali permalosi?
Oppure
facendoli partecipare a dibattiti con coetanei?
Discussioni
tra bambini
Come
esempi di discussione tra bambini di cinque anni comincio riportando
alcune pagine di discussioni da un interessantissimo libro:
Piccole
ragioni,
di autori vari
Filosofia
con i bambini
Franco
Cosimo Panini editore
Leggendo
le discussioni che seguono, verrebbe quasi da non credere che bambini
così piccoli possano fare discussioni così mature, ma poi ho
pensato che quei bambini erano alunni degli asili di Modena, studiati
in tutto il mondo come esempi di altissimo livello, abituati a fare
discussioni con quella metodologia.
Comincio
copiando dal capitolo:
Un
mondo dove sto bene
Come
costruire un mondo migliore ponendomi anche dal tuo punto di vista
Scuola
d’infanzia
comunale Tamburini (Modena)
Età
dei bambini:
5
anni
Numero
dei bambini:
22
Insegnante:
Grazia
De Cristan
… … …
Bambini
e adulti alle prese con le regole
Da
pagina 77
Alessio
dice che le regole si imparano lentamente, giorno per giorno:
Alessio:
si
imparano non in fretta se no non capisci niente
Iacopo:
le
regole si imparano con calma
Gabriele
T.:
ma
se uno non sa le regole la maestra lo fa imparare
Matteo: se uno sa le regole e poi fa finta di non “le” sapere la maestra lo sgrida, perché in verità aveva capito tutto il bimbo e poi fa finta e poi è giusto sgridarlo perché un bimbo che fa finta di sapere le regole e poi le fa sbagliate non è giusto, perché vuol dire che è un bimbo molto birichino
Matteo: se uno sa le regole e poi fa finta di non “le” sapere la maestra lo sgrida, perché in verità aveva capito tutto il bimbo e poi fa finta e poi è giusto sgridarlo perché un bimbo che fa finta di sapere le regole e poi le fa sbagliate non è giusto, perché vuol dire che è un bimbo molto birichino
Allora,
se un bimbo non sa le regole bisogna spiegargliele e se fa finta di
non saperle è giusto sgridarlo e se invece è un adulto a non sapere
le regole come si fa? È giusto sgridarlo?
Tutti:
no
David:
non
si sgrida ... agli adulti... un adulto che non sa le regole chiede ad
un altro adulto che le sa come la maestra, però non viene sgridato
Quindi
un adulto che non sa le regole non deve essere sgridato, ma deve
chiedere ad un altro adulto, siete d’accordo con quello che dice
David?
Alcuni
sì e alcuni no
Francesco:
no,
lo puoi anche aiutare
Matteo:
sì,
perché è impossibile che un adulto non sappia le regole perché è
passato molto tempo da quando gliele hanno insegnate quindi le sa
ovviamente a memoria
David:
sì,
però se non se le ricorda?!
Tu
David dici «se non se le ricorda», ma se un adulto non si ricorda
le regole apposta?
Iacopo:
fa
lo stesso io credo, perché scusa lui chiede aiuto a un altro adulto
Allora,
se un adulto non sa le regole può chiedere aiuto a un altro adulto e
non viene sgridato anche se lo fa apposta, se un bambino non sa le
regole è giusto sgridarlo, ho capito bene?
Iacopo:
sì, però se non l’ha fatto apposta il bambino non va sgridato
David:
sì, però se è un ragazzo viene sgridato perché le sa le regole
Tra
i tanti «se», Livia
prova a mettere ordine, ma non è facile: «sì, perché tu spieghi
una regola e poi tu l’hai imparata, allora tu non puoi fare quello
che vuoi perché hai la regola in mente e allora non puoi più fare
quello che vuoi e poi se ... allora ti dimentichi la regola, cerchi
di pensarla e non la pensi più, chiedi alla maestra qual era la
regola, la maestra te la rispiega».
Chi
decide le regole?
Pensando
alla loro esperienza, i bambini dicono che non possono decidere molte
regole: possono decidere di giocare, ma non per quanto tempo. «Almeno
qualche volta» possono decidere quando mangiare, come vestirsi e
quando andare a letto. Ma considerando anche quello che accadrà
quando arriveranno Giacomo e il suo amico, ci si chiede se sarà
meglio decidere le regole insieme, o se le decide uno soltanto?
Tutti:
insieme
David:
perché
se no se uno decide una regola e la dice a chi vuole e l’altro lo
sente e dice un’altra regola e poi l’altro che stava dicendo
prima la regola a un altro dice no ci viene della confusione
Livia:
perché se uno ... se due persone, dopo ... allora, uno spiega una
regola, dopo l’altro la spiega dopo litigano, dopo quell’altro
dice no e quell’altro dice no di quella regola dopo ci viene la
confusione, ma dopo se questo dice una regola che è giusta e
quell’altro ne dice un’altra che è giusta dopo si fa una regola
e diventa una regola che è giusta, così è meglio decidere le
regole insieme così si fa una regola unica [...]
Guido:
quando
uno dice una cosa sbagliata e uno lo corregge, poi fanno una regola
grande che non si può fare quella cosa
Cosa
ne pensate di quello che hanno detto Livia e Guido?
Francesco:
ha
ragione Livia, perché se no se non parliamo, se parla uno e parla
l’altro ci viene la confusione esagerata
David:
io dico come Francesco
Serena:
io dico che va bene quello di Livia perché altrimenti dopo si
finisce col litigare perché uno vuole la sua regola, uno vuole
l’altra regola e alla fine si finisce per litigare perché non ci
si mette d’accordo
E
come si fa a mettersi d’accordo, soprattutto quando si è in tanti,
perché se siamo solo in due è più facile mettersi d’accordo e
decidere una regola, ma se siamo in tanti come noi qui adesso e
ognuno vuole una regola diversa come si fa a mettersi d’accordo?
Livia:
bisogna fare allora le votazioni, tipo David
dice una regola Gabrine dice un’altra e Iacopo un’altra ancora e
così via e loro si metteranno a discutere, ma gli altri intanto
ascoltano e Ilyas dice «io sono d’accordo con Gabri» e dopo Ayoub
dice «io sono d’accordo con David», dopo Ilyas
e
Ayoub si mettono ad ascoltare ancora e dopo tutti si mettono a
discutere ma alla fine se David dice «va bene la tua regola», Gabri
dice «Iacopo va bene la tua» e dopo tutti si passano la regola
insieme e dopo capisci qual è la regola che bisogna tenere
Per
scegliere tra regole
diverse, si potrebbero mettere ai voti e si sceglie la regola «che i
bimbi di più scelgono» (livia).
Continuerebbe
poi, pagina 79, con:
Educare
e reagire alla prepotenza
Dopo
aver scelto le regole, però, ce ancora il problema di chi si
comporta da birichino e forse anche da prepotente…
Da
un altro capitolo dello stesso libro, un’altra scuola:
Tre
strade per un viaggio
Filosofeggiando
costruiamo la nostra utopia
Scuola
d’infanzia
comunale San Damaso (Modena)
Età
dei bambini:
5
anni
Numero
dei bambini:
25
(divisi in fase di lavoro per sottogruppi di otto, otto e nove
bambini e successivamente riuniti in un unico gruppo)
Insegnante:
Patrizia
Manicardi
… ...
…
Le
regole
Da
pagina 93:
Partendo,
non è chiaro se «ci devono essere delle regole» (Claudia),
anche se si è solo bambini, o se forse «non ci devono essere, così
facciamo tutto quello che ci pare» (Riccardo).
Ma le regole possono servire «a non farsi male» (Claudia),
o a non dire parolacce e altre cose che «fanno arrabbiare»
(Cristian)
oppure offendono. Se qualcuno non rispetta la regola «si mette in
punizione» (Alessandro)
oppure «se chiede scusa gli si perdona» (Riccardo).
Ad alzata di mano, la maggioranza preferisce l'idea del perdono per
chi chiede scusa.
E
se dopo che si è deciso tutti insieme che se chiede scusa lo
perdoniamo e lui non vuole farlo, come si fa?
Tommy:
lo mettiamo in galera
Riccardo:
ma va là Tommy se i grandi non chiedono scusa, non vanno ‘micca’
in galera!
Chiara:
io lo metto in castigo e non è più mio amico. Deve chiedere scusa
Greta:
se non chiede scusa non gioco con lui e vado da altri amici
Margherita:
lo mettiamo da solo seduto a pensare
Alessandro:
ma non siamo ‘micca’ a scuola!
Sara
S.:
se continua a fare a rovescio lo mettiamo in castigo oppure gli diamo
degli schiaffi
Alberto:
lo strozzo, oppure sta in punizione per cento ore
Sofien:
per me, lo lasciamo stare così ha paura di restare da solo e diventa
buono
Fabio:
io lo metto in castigo per mezz’oretta
Alessandro:
io lo perdono e gli do i cioccolatini
Se
si danno i cioccolatini a chi fa le cose a rovescio, però, potrebbe
diventare «il mondo degli sciocchi» (Alberto)
o un «mondo fatto a rovescio» (Lara
B.).
Chi
decide le regole?
Torniamo
alle regole. Chi le fa? Chi le decide?
Lorenzo
F.:
tutti i maschi
Claudia:
non è vero
Segue
un momento di grande agitazione:
Isabella:
le femmine però non sono contente...
Margherita:
le femmine però non sono contente e se ne vanno
Alessandro:
io non sono d’accordo (che siano solo i maschi)
Marco:
per me anche le femmine possono decidere le regole
Perché?
Fabio:
perché le femmine possono anche esser amiche dei maschi, se i maschi
dicono una cosa e le femmine sono d’accordo decidono con i maschi
Lara
B.:
perché hanno il diritto anche loro di decidere
Tommaso:
se decide la femmina è lei la «capa»
Lorenzo
F.:
allora facciamo il capo delle femmine e il capo dei maschi
L’idea
dei due capi separati non viene accolta. Rimane però l’idea di
fare molti capi diversi per le tante cose di cui ci si dovrà
occupare. Ad esempio, potrebbero esserci un capo nella casa, uno che
si occupa del cibo e un capo della barca. C’è chi vorrebbe essere
capo dell’isola solo perché ha avuto l’idea di inventarla, ma
non tutti sono d’accordo:
Marco:
secondo me ci deve esser uno che comanda tutti
Sofien:
non è importante chi è il capo, l’importante è divertirsi [...]
Massimo:
è importante perché il capo dice le regole e dopo tutti le fanno
I
bambini non sono d’accordo sull’idea che soltanto uno tra loro
faccia il capo. Soprattutto, non sono d’accordo che a fare il capo
sia un bambino che si comporta a volte male o «fa lo sciocco». Se
quel bambino non esagera «e fa il bravo ed è gentile con gli altri»
potrebbe anche fare il capo. Il capo «deve essere molto intelligente
e bravo e se non fa il bravo noi non lo vogliamo più e ne facciamo
un altro» (Davide).
Proviamo
a far emergere meglio le caratteristiche del capo:
Sara
S.:
deve esser buono e gentile
Tommaso:
carino
Chiara:
non deve esser sciocco
Davide:
deve anche studiare... per sapere le cose
Alessio:
deve studiare molto
Cristian:
e non bisogna disturbarlo quando studia
Votando
con alzata di mano, quindici bambini vorrebbero un solo capo, mentre
sette bambini vorrebbero tre capi diversi per le tre attività
principali. Ancora una volta, però, affiora un dubbio:
Riccardo:
perché non facciamo nessun capo?
Claudia:
se non c’è un capo è meglio, così tutti si possono divertire...
Alessandro:
ma così tutti fanno gli sciocchi...
Claudia:
ma ci mettiamo una regola: «non si fa gli sciocchi!» Margherita:
se non c’è il capo qualcuno rischia di farsi male [...]
Margherita:
se abbiamo fatto una regola e c’è scritto: «vietato farsi male»,
ma arriva uno squalo e ci mangia...
Massimo:
se un bambino volesse fare il bagno ma ci sono troppe onde, il capo
direbbe di no
Riccardo:
ma mi è venuto un dubbio: capitan Uncino, no, è troppo lui cattivo,
non va bene
Lara
B.:
se ci fosse capitan Uncino bisognerebbe tornare a casa Margherita:
ho avuto un’idea... perché non facciamo che a un certo punto
arriva un’altra nave piena di gente e sono tutti cattivi?
Gli
amici del capo
I
bambini sono contenti di discutere cosa potrebbero fare nella
circostanza ipotizzata da Margherita. Ma prima c’è un’altra
domanda difficile. Se il capo decide di rispettare le regole e viene
un amico del capo e gli chiede: «Sai, siccome sono tuo amico io non
voglio fare quella cosa», oppure vuole fare una cosa proibita perché
pericolosa, che si fa? Che dice il capo?
Alessandro:
dice
no
Alberto:
dopo si
arrabbia
Massimo:
e comincia a dare le botte, le sberle
Alberto:
lo sgrida
Davide:
il capo dice si, che lo può fare
Samuel:
è giusto che il capo non lo faccia fare
Alessio:
non gliele deve far fare
Riccardo:
il capo deve fargli fare le cose giuste
I
bambini discutono di altri temi. Sull’isola c’è una grande casa
dove si sta tutti insieme e dove ci sono anche le maestre. Non tutti
vogliono ospitare gli adulti e i genitori, ma alcuni sono chiari nel
dire che, senza genitori, non si sarebbe felici e si sentirebbe la
mancanza…
Lette
queste discussioni, capisco l’entusiasmo del seguente articolo di
cui riporto alcune parti, ma che merita di essere letto tutto:
Da
la Repubblica.it del 20 Maggio 2011
FILOSOFI
SONO I BAMBINI
Di
Michele Smargiassi
Esmeralda
non ci ha dormito. All’inizio sembrava tutto così facile: un’isola
disabitata, una città tutta da inventare a piacere, senza neanche un
consiglio dei grandi, per viverci bene ed essere felici. E invece
tutto s’è complicato.
Se
non si può far del male a nessuno, neanche a un animale, mangeremo
solo i tremendi finocchi bolliti? Visto che abbiamo proibito tutte le
armi, come faremo a fermare i cattivi? Anzi, come si riconosce un
cattivo? È sempre cattivo o può diventare buono? E cos’è la
bontà? Mamma mia, tata mia, che cosa strana progettare un’Utopia
se hai solo cinque anni.
Ma
che cosa entusiasmante vederli al lavoro, i piccoli Thomas More, i
mini Tommaso Campanella della scuola materna “Loris Malaguzzi” di
Modena, in cerchio come un consiglio di anziani, compresi nel ruolo,
un bosco di mani alzate, e nessuno che scantona via con la scusa che
gli scappa la pipì. Sono le “Piccole ragioni”, già al lavoro da
qualche settimana, è l’esperimento di filosofia con i bambini
forse più precoce tra quelli finora tentati qua e là.
… … …
Al
momento, seduti sulle microseggioline, Marco Matilde Matteo Federico
e tutti gli altri stanno dirimendo una questione rognosa. Sull’isola
dei bambini filosofi è arrivato un ladro, dicendo: «Se mi ospitate,
io a voi non ruberò, anzi vi regalerò cose che ho rubato ad altri».
«È un cattivo», «Ma a me non ha mica rubato niente», «Però può
farlo», «No, ha promesso», «Magari è bugiardo e si ruba tutta
l’isola per lui», «Allora lo arrestiamo», «Ma non abbiamo
ancora deciso che c’è la polizia sull’isola», «Ha detto che ci
fa dei regali», «Io non voglio regali rubati», «Così diventiamo
ladri anche noi». Luca Mori, col pupazzo del ladro in mano, si è
limitato a lanciare l'argomento e ora dà la parola a chi la chiede.
«Non
facciamo una lezione di filosofia ai bambini, facciamo filosofia con
i bambini». È operatore del laboratorio filosofico Ichnos, e in
questa fase d’avvio del progetto ci mette l’esperienza maturata a
Rosignano Marittimo, in Toscana, già dal 2005, per iniziativa del
Comune e dell’Università di Pisa. Che qui a Modena scende di
qualche gradino nell’età anagrafica, fino a soglie che qualcuno
potrebbe ritenere inappropriate. Filosofi a cinque anni? «I bambini
sono filosofi, è proprio questa l’età dei perché», taglia corto
l’assessore alla scuola Adriana Querzé.
…
… …
Luca
sapientemente inserisce ogni tanto uno stimolo. La discussione sulle
armi è giunta a un punto morto (si può usare un’arma per il bene?
Può un’arma spingerti a fare il male? Si può usare violenza per
combattere la violenza?), ed ecco che si presenta un Re: «Ciao
Ragazzi, se volete penso a tutto io, decido io e le colpe sono mie».
«Sììììì», sollevati, entusiasti. «Ma se poi decide di farmi
del male?», accidenti al dubbio metodico: siamo daccapo. «Sei buono
o cattivo?», «Io? Buonissimo!», «E se fa finta?», «Facciamo che
decidi tu, ma prima chiedi a noi», «Secondo me vuole venire per
fare come gli pare a lui», «Lo mandiamo via?». Si vota. Vincono
gli scettici. Exit il Re in affitto.
… … …
Un
capelli-spazzola si blocca a metà ragionamento: «Aspetta, te lo
dico dopo, adesso ci devo pensare». La scoperta emozionante
dell’argomentazione. Sull’isola, intanto, è sbarcato un mago:
«Perché fare tanta fatica? Se volete, ecco una bacchetta magica, e
quello che volete si realizza subito, senza stare tanto a pensarci».
È un colpo basso. Il popolo di Piccola Utopia vacilla. «Lo
prendiamo?».
Pensare
è fatica, in fondo. Ed è quasi ora di merenda. «Puoi fare tutto
tutto? Basta volerlo?».
Che
tentazione. Ma Esmeralda, merenda o no, non è una che si fa fregare:
«Se pensa a tutto la bacchetta magica noi smettiamo di pensare, e se
smettiamo di pensare il cervello non esiste più». Lo capisce anche
un bambino. Chissà se ci arriva perfino un adulto.
Vedi
anche:
http://www.educareallaliberta.org/filosofia-con-i-bambini-il-modello-ichnos-a-cura-di-luca-mori/
Altri
esempi di discussione tra bambini da due libri di cui trascrivo
alcune discussioni che sono state fatte in classi di prima e terza
elementare, riguardanti Dio e l’anima:
Collana
Filosofia
con i bambini
Graziella
Carrucola
- Anna Rita Nutarelli - Walter Pilini
La
filosofia a/ha sei anni
L’enciclopedia
filosofica
dei bambini e delle bambine di prima
elementare. Idee-ragionamenti
sul mondo.
Prima elementare,
14
€
Questa
collana è interessantissima, ci sono trascritte molte “lezioni”
di Filosofia
per Bambini
(P4C)
o Circle
Time
(o “corsi” indipendenti simili) che fanno veramente capire cosa
siano queste pratiche filosofiche e che grandi potenzialità hanno.
Riporto dagli Indici
le sole voci
che elencano gli argomenti
trattati. Dal primo libro:
Classe
Prima
A [Maestro Walter]
Le
conversazioni
[orali, quando ancora non sapevano scrivere]
Il
tempo.
Lo
spazio.
Buricchio
è morto...
. Dio/Allah.
Le
idee.
Che
cosa c’era prima del mondo?
Umani
e animali.
Perché
veniamo nel nostro salotto?
Le
favole.
La
fantasia.
La
coscienza.
Piante,
alberi e fiori pensano?
E
le montagne e i sassi?
La
pittura.
Pulcino
o pulcina?
I
testi
[scritti]
I
sentimenti.
Il colore dei sentimenti.
L’anima
Sogni
e desideri.
La
paura.
I
miei perché. La felicità.
La
libertà. La tristezza. Il dolore.
Dio/Allah.
Classe
Prima
B
Le
conversazioni
Dove
è ora la gabbiana?
L’infinito.
La
giustizia.
L’amicizia.
Cosa
pensi riguardo a Dio?
Cosa
pensi riguardo all’anima?
Cosa
pensi riguardo all’amore?
Cos’è
il tempo?
Quando
sei morta, puoi parlare con Dio e con Gesù?
Classe
Prima
C [Maestra Anna Rita Nutarelli]
La
nascita
del pensatoio in classe Prima
C
Le
conversazioni
e i disegni
I
nostri
perché.
La
paura.
Dio/Gesù.
La
diversità.
Le
lacrime.
Le
idee.
Le
parole.
Gli
esseri umani.
La
fantasia.
I
disegni:
la
fantasia rappresentata.
La
felicità.
La
fantasia.
La
tristezza.
La
paura.
Come
si vede sono molti i temi trattati nelle discussioni. In genere
queste “lezioni”
sono molto interessanti.
Io
ne riporto due della prima
A che mi hanno incuriosito in modo particolare per l’argomento e
per l’età dei bambini:
Lunedì
22
gennaio 2007,
p. 36
DIO/ALLAH
Scuola
primaria,
prima
A, bambini e bambine di sei anni, maestro Walter
Lo
spunto per la riflessione collettiva di oggi stavolta ci è fornito
da una frase che abbiamo letto in Lucignolo: “Ringraziate Iddio,
che vi ha dato un figliolo accorto a quel modo!”
Maestro
Walter: «Chi
è Dio, Allah come lo chiama Ayoub»?
[Si
dà per scontato che ci sia un Dio, anche se può avere nomi diversi]
Francesco:
«È Gesù».
Mattia
B.:
«È un signore bravo».
Antonio,
Alessio:
«È il papà di Gesù».
Giulia:
«È uno spirito».
Samuele:
«È il figlio di Gesù».
Ayoub:
«È il Rabbi e ha un figlio e non so come si chiama».
Nicolò:
«È il figlio di Gesù».
Lavinia:
«È il nostro re».
Alice:
«Per salvare gli altri».
Mattia
M.:
«È una persona buona».
Nicole:
«È un santo».
Elisa:
«È uno spirito».
Alice:
«È morto, ma non so dov’è».
Andrea:
«È un uomo che è morto».
Tommaso:
«È una persona buona».
Valeria:
«È una persona che porta la pace».
Maestro
Walter: «Dove
sta?
»
Francesco:
«In cielo».
Mattia
B.:
«È in Paradiso. È da tutte le parti».
Alessio:
«Sopra le nuvole».
Lorenzo:
«In
croce».
Mattia
M.:
«Sta sulle spalle e ci protegge».
Alice:
«È dentro una bara».
Andrea:
«Sotto terra».
Lavinia:
«In una tomba».
Elisa:
«In montagna».
Tommaso:
«Al cimitero».
Samuele:
«A Perugia».
Maestro
Walter: «Che
cosa fa»?
Francesco:
«Porta la pace».
Antonio:
«Aiuta ai signori malati».
Mattia
B.:
«Fa nascere i bambini sulla pancia della mamma».
Alessio:
«Dice agli altri, quelli che sono morti, quello che devono fare».
Ayoub:
«Allah dà le caramelle».
Giulia:
«Dà la pace e l’amore».
Samuele:
«Dà la pace».
Lorenzo:
«Aiuta le persone che sono morte».
Lavinia:
«Ci rispetta
e noi lo rispettiamo».
Mattia
M.:
«Ci aiuta
e ci protegge».
Valeria:
«Fa il mondo».
Nicole:
«Con noi
è buono».
Elisa:
«Aiuta le persone
che erano morte».
Alice:
«Dorme».
Andrea:
«Vede se
le
persone sono buone o cattive».
Tommaso:
«Dà la capacitò agli uomini di fare le case e i mobili».
Nicolò:
«Aiuta gli
uomini che sono più deboli».
Lunedì
23
aprile 2007,
p.
81
DIO/ALLAH
Scuola
primaria,
prima
A, bambini e bambine di sei anni, maestro Walter
A
distanza di tre mesi dalla conversazione sullo stesso tema, stavolta
lo ripropongo in forma di testo scritto. [Nel frattempo hanno
imparato a scrivere].
Maestro
Walter: Dio/Allah:
chi è? Com’è? Dove sta? Che fa?
Nicole:
«Dio è una persona buona con tutti noi e ci aiuta e poi Dio è in
cielo, è un santo e dopo è molto utile.
Lorenzo:
«Dio è un uomo. Dio è in carne e ossa in cielo. Dio ci dà dei
consigli, viveva sulla terra e l’ha creata poi è morto ed è
andato in cielo.
Mattia
M.:
«Dio sta in cielo contro il diavolo, è un angelo infatti cià [ha]
le ali, è buono e bravo sta in cielo ma anche sulle nostre spalle.
Ci guarda se siamo buoni o se siamo cattivi, ma lui sta sempre con
noi e ogni volta dopo la favola si deve fare sempre la preghiera.
Andrea:
«Dio è Allah è una persona con i baffi però pochi. È magro e
forte ed è bello. Sta in una casa fredda e sta con il suo papà.
Lavora cioè raccoglie i bastoni di legna e i sassi duri che glie lo
ordina qualcuno cattivo.
Alice:
«Dio è un uomo
bravo e ha la barba è biondo ha gli occhi celesti, e adesso sta in
cielo, dorme.
Antonio:
«Dio è un uomo
bravo aiuta delle persone. Dio è alto tiene la barba marrone. Dio
sta in cielo. Dio fa il re che aiuta a quelli poveri aiuta alle
persone in difficoltà.
Tommaso:
«Dio è una persona
buona
e purtroppo è morto e dopo tutte le persone andavano da lui a
pregare e dopo è tornato al villaggio loro.
Nicolò:
«Dio è un angelo
e è fatto di nuvole e vive in Paradiso e aiuta le persone. Dio è
buono e gentile e vuole bene a tutti e i suoi amici sono angeli.
Sofia:
«Dio è buono e se non c’era lui noi non c’eravamo. Dio è buono
e guai se qualcuno dice che il Dio è cattivo ma vi sbagliate il Dio
è una brava persona. Sta in cielo ma Dio in cielo non è da solo ma
è con le persone morte, ma il Dio non è morto ma è vivo ci fa
crescere ci crea ci ha fatto gli occhi.
Giulia:
«È
un umano, è bravo, sta in cielo, controlla a tutti e vede chi fa le
cose giuste e chi fa cose sbagliate.
Alessio:
«Dio
è una persona buona e è anche il capitano degli angeli e vive in
cielo dove ci sono tante nuvole. E c’è tanto sole e anche tanto
azzurro. Ci aiuta e aiuta e aiuta anche gli angeli.
Francesco:
«Gesù
è in cielo e non fa niente però quando vengono le persone morte
Gesù le vede però non è Gesù che vede soltanto le persone anche
gli animali.
Mattia
B.:
«Dio
è un angelo buono e dolce e è molto bravo lui sta in Paradiso e
aiuta le persone.
Margherita:
«È
un signore che è brutto sta nella chiesa aiuta le persone.
Ayoub:
«Allah
ha la barba, sta nel cielo fa le case, ha il mantello e ha la corona
e le scarpe marroni e il mantello ce l’ha rosso e bianco con le
strisce nere.
Valeria:
«Allah
è una persona gentile e è stato creato per fare i pianeti è molto
bravo fa i pianeti è sulle nuvole.
Samuele:
«È
un uomo cià [ha] la barba la bocca e i occhi è scalzo e cià il
vestito marrone sta su una grotta e aiuta tutti i signori a aiuta
tutti i bambini piccoli e anche i bambini grandi e i bambini appena
nati.
Questi
bambini di prima elementare non sono tabula rasa. Probabilmente
discuterebbero di babbo natale, di fate, di fantasmi, di mostri, come
di cose reali di cui hanno sentito tanto parlare e a cui credono
anche se non sanno bene cosa sono. E così fanno se discutono di Dio,
di anima, di angeli. Dicono ingenuamente cose necessariamente
assurde, data l’età, che ci possono fare tenerezza. Nessuno nega
l’esistenza di dio, anche se non sa cosa sia. Questo vuol dire
semplicemente che nelle famiglie non credenti nessun genitore ha
detto ai figli “noi non crediamo a dio, all’inferno, al peccato,
invece la nonna e i cugini ci credono”. Mentre la TV, la scuola, i
nonni, i compagni gliene hanno parlato. Con queste premesse è poco
significativo per i bambini fare queste discussioni. Non è il colore
della pelle che fa credere in Dio a un bambino italiano oppure fa
credere a Kali, Shiva e Visnu a un bambino indiano, ma l’ambiente
in cui vive: famiglia, parenti, asilo e amici. I bambini non
soffrono
se non hanno mai sentito parlare della befana, o degli angeli, o di
Giove o di qualunque altro dio. Sono eventualmente i genitori o i
nonni o i loro amici e conoscenti a soffrirne.
Sempre
dalla stessa benemerita collana Filosofia
con i bambini,
il secondo libro:
Anna
Rita Nutarelli - Walter Pilini
La
filosofia è una cosa pensierosa
Diario
di un’esperienza nelle Scuola Primaria Chiugiana,
Terza
e quarta elementare,
Morlacchi
editore, 13 € Discussioni tra ragazzi di terza/quarta
elementare
Anche
da questo libro riporto due discussioni:
Martedì
30
settembre 2003.
Classe terza
B.
Pagina 135.
Le
domande-dubbio sono
emerse
durante
l’attività scientifico-antropologica,
[sottolineatura
mia] prima
di affrontare la tematica relativa all’origine dell’Universo.
Prima
di arrivare alla spiegazione scientifica, siamo partiti dalle
conoscenze pregresse dei bambini e delle bambine, frutto della
propria spiegazione della realtà e del mondo e delle informazioni
colte da varie fonti, altre rispetto a quelle scolastiche,
rielaborate personalmente.
Per
creare un’atmosfera di interesse e curiosità (anche “filosofiche”)
su un argomento, che, altrimenti, potrebbe apparire lontano dal mondo
reale di una classe III, abbiamo letto in classe il libro di Jostein
Gaarder C’è
nessuno?
(Salani editore, Milano 1997).
Chi
ha creato
tutto questo?
[La
domanda presuppone che ci sia la creazione
da parte di qualcuno.
Questa impostazione vale anche per altre domande precedenti e
seguenti]
Eleonora:
Per me si è creato da solo.
Elisa
B.:
Non l’ha creato Dio, sono state le particelle.
Luca
P.:
È stato Dio.
Sofia
S.V.:
Le molecole hanno fatto da sole.
Rodolfo:
Dio, perché era stanco di stare da solo.
Angelo:
Le cellule si sono create da sole.
Gilda:
Dio ha creato le cellule, che hanno creato tutto.
Laila:
La magia.
Sofia
B.:
Dio ha creato il materiale e poi si è formato tutto.
Daniele:
Le particelle si sono create da sole.
Agata:
L’Universo si è creato da solo.
Davide:
L’ha creato Dio, perché voleva avere compagnia.
Alessandro
B.:
Qualcuno.
Letizia:
Dio.
Endri:
L’ha creato Dio.
Luca
A.:
L’Universo si è creato da solo.
Elisa
M.:
Si è creato da solo.
Gloria:
L’ha creato Dio per vedere gli animali, perché non voleva più
stare da solo.
Benedetta:
Si è creato da solo, perché se diciamo che l’ha creato Dio, come
ha fatto a resistere a tutto quel calore?
Alessandro
S.:
Le particelle sono trasparenti e hanno creato l’Universo.
Sasha:
Si è creato da solo.
Gerica:
Si è creato da solo, non è stato Dio, perché se non c’era
l’Universo, non c’era neanche Dio.
Raffaele:
L’ha creato Dio.
Francesca:
Per me l’ha creato Dio.
Leggere
un libro che pone problemi e alternative e aver sentito parlare di
cellule e particelle ha fatto finalmente fare discussioni aperte a
più ipotesi. Solo dieci bambini su ventiquattro dicono che
l’Universo l’ha creato Dio! Per altri due è stata la “magia”
o “qualcuno”. Per gli altri dodici “non è stato Dio”, “si
è creato da solo”, sono state le “particelle”. La lezione
continua:
Chiedendo
a bambini e bambine come fosse avvenuta, secondo loro, l’origine
dell’Universo, è emerso anche questo interrogativo.
Che
cosa è l’infinito?
Infine,
dopo la discussione sull’infinito che non riporto, è stato
chiesto:
Chi
è Dio?
E
stata rivolta questa domanda, perché nella precedente conversazione
sull’origine dell'Universo, in molti hanno evocato Dio nella
propria spiegazione.
Francesca:
Dio ha creato gli esseri umani e ci salva.
Luca
A.:
Dio è una Persona magica.
Rodolfo:
È una Persona che dona la Sua serietà e dà a tutti la Sua
felicità.
Gerica:
Dio
è il Padre delle persone umane.
Raffaele:
È uno Spirito.
Elisa
M.:
È un Angelo.
Davide:
È una Persona molto buona, formata da molti angeli.
Luca
P.:
È una persona come noi.
Endri:
È una Persona sacra, cioè buona ed aiuta tutti.
Benedetta:
È
una persona come noi, per questo non poteva vivere durante il Big
Bang.
Gilda:
Gesù/Dio
ha un carattere bravo, aiuta chi sta male e dà le cose a chi è
povero.
Eleonora:
È
una persona come noi, nata prima di noi, non quando si è formato
l’Universo. E nata dopo.
Agata:
È una Persona che ci vuole bene. Dentro di Sé vuole bene a tutti.
Alessandro
S.:
E una Persona molto importante e buona, che non lascia mai le persone
che stanno morendo.
Letizia:
È
una Persona sacra, cioè magica, ha poteri.
Laila:
È una luce che risplende.
Sofia
S.V.:
È
una persona morta che vuole bene a tutti.
Alessandro
B.:
È un fantasma che vuole bene a tutti.
Gloria:
È un uomo come noi, però è benedetto. Noi siamo normali, preghiamo
sempre e soffriamo. Lui ha sofferto per morire e ha salvato le
persone.
Sasha:
È una persona buona.
Daniele:
È l’antenato di Gesù.
Mercoledì
5
novembre 2003,
altra
classe,
sezione A, sempre di terza
elementare. Pagina 53.
Chi
è Dio?
Nel
mondo ci sono persone che credono, persone che non credono e persone
che non si pongono il problema.
Le
persone che credono hanno diverse religioni e ognuna dà alla
divinità un nome diverso: Dio i Cristiani; Allah i Musulmani; Jahvè
gli Ebrei...
Gli
antichi credevano in più divinità (erano politeisti) e davano
anch’essi nomi diversi al re degli dei: Zeus i Greci; Giove i
Romani; Odino i popoli del Nord Europa...
Chi
è per voi Dio?
Alice
B.:
È una persona che ci ha voluto bene.
Tommaso:
È
una persona che ci ha aiutato tantissimo.
Alberto:
È una persona che ci ha creato.
Gianmarco:
È una persona che ci ha fatti nascere.
Vincenzo:
È una persona che ci ha aiutati.
Jacopo:
È una persona che ci ha aiutato a vivere.
Francesco:
È una persona che aiuta la gente che sta all’ospedale, che sta
male.
Sara
V.:
È una persona che ha creato la terra, il cielo, tutto il mondo.
Giusy:
Per me è un santo.
Alexandra:
Per me è una persona che ci ha creato e ci ha dato la forza.
Alice
C.:
Ci ha protetto e ci ha fatto nascere.
Penelope:
È tanta energia.
Ciro:
È una persona grande.
Angela:
È una persona che ci ha aiutato, ci vuole bene, però non so se è
nata
e se è morta.
Miriana:
È una persona che ha fatto la terra per farci vivere.
Sara
D.G.:
È una persona che t’aiuta, cioè se tu trovi una cosa da fare
difficile, che non ti riesce, Lui ti aiuta.
Thomas:
Per me Dio è un fratello.
Come
ve lo immaginate Dio?
Alice
B.:
È
molto alto e molto robusto.
Tommaso:
Con tanti capelli e
tanta
forza.
Alberto:
Con la barba, un bastone.
Gianmarco:
Agile
e
con
la
tunica.
Vincenzo:
Con la tunica e tanti capelli biondi.
Francesco:
Un tornado d'aria.
Sara
V.:
Un ragazzo bello.
Giusy:
Con la barba bianca».
Alexandra:
Forte, con tanto potere.
Alice
C:
Buono, dolce, simpatico.
Penelope:
Un fantasma.
Angela:
Un fantasma che può fare tutto.
Miriana:
Con i capelli castani.
Sara
D.G.:
Con un vestito lungo bianco, un bastone e la barba lunga.
Ciro:
Grande».
Thomas:
Alto, giovane, capelli biondi e occhi azzurri.
Jacopo:
Capelli
lunghi, alto e con dei vestiti bianchi.
Dove
pensate che stia Dio?
Alice
C.:
A fianco di noi.
Tommaso:
Vicino a noi.
Jacopo:
Nel cielo.
Alberto:
Nello spazio, però può andare anche da altre parti.
Gianmarco:
Qualche volta in Paradiso, qualche volta vicino a noi.
Vincenzo:
Da tutte le parti.
Francesco:
Nel nostro cuore.
Sara
V.:
In campagna.
Giusy:
In Paradiso.
Alexandra:
Sopra una croce.
Alice
G.:
In Paradiso, che ci accoglie con gloria.
Penelope:
È sempre vicino alle persone.
Angela:
Dappertutto.
Miriana:
In Paradiso e ci sta guardando.
Sara
D.G.:
In Paradiso, quando non hai pericoli; quando ti senti solo o stai in
difficoltà sta vicino a te.
Ciro:
Nel cielo.
Thomas:
In un palazzo di cristallo.
Secondo
voi, che cosa fa?
Alice
B.:
Ci controlla e quando facciamo le cattiverie, ci punisce anche a noi.
Tommaso:
Ci controlla.
Jacopo:
Quando stiamo in difficoltà, ci aiuta.
Alberto:
Aiuta
i poveri e quando siamo in difficoltà aiuta noi.
Gianmarco:
Aiuta noi e se ci sono persone in pericolo o che non hanno niente li
aiuta.
Vincenzo:
Ci
controlla.
Francesco:
Benedice
le persone, spalmando sulle porte il sangue delle persone che sono
morte della loro famiglia.
Sara
V.:
Dio
lavora.
Ciro:
Non
fa niente.
Giusy:
Ci
viene vicino e quando siamo tristi ci parla.
Alexandra:
Sta
accanto a noi e quando noi abbiamo qualche difficoltà ci aiuta.
Alice
C.:
Ci aspetta.
Penelope:
Ci aiuta a fare qualunque cosa.
Angela:
Ci guarda.
Miriana:
Ci
osserva.
Sara
D.G.:
Sta
lì e quando vede qualcuno che è morto lo accoglie.
Thomas:
Aiuta
le persone se sono a disagio.
Abbiamo
fatto una discussione su un argomento: Dio.
Potevamo
farla anche su altri, come spesso abbiamo fatto e faremo.
A
che scopo?
Per
imparare a: parlare tutti ed esprimersi su argomenti che conosciamo,
più o meno; ascoltare le idee, le opinioni degli altri,
rispettandole; confrontarci con tutti, sia quelli che hanno idee
simili alle nostre, sia quelli che le hanno diverse.
Tutto
questo serve anche per riuscire a stare meglio insieme e a costruire
rapporti positivi tra noi, riducendo i conflitti.
Si
capisce che anche con questi bambini di 8 anni, molti genitori hanno
nascosto le loro idee sulla religione, in casa non le hanno mai
discusse e in classe non si è parlato di ipotesi sull’origine del
mondo. Ribadisco che prima di discutere bisogna far chiarezza sul
significato dei termini e spiegare che molti possono avere idee
diverse in proposito. Non tutte le discussioni devono essere
superficiali. Per esempio quelle precedute dalla lettura di alcuni
libri appositi di cui parlerò nella Bibliografia
ragionata e di cui adesso trascrivo alcune pagine. Libri che sono
consigliati da otto
anni
in poi che secondo me è l’età in cui ha senso parlare di questi
argomenti, dalla terza elementare.
Pagine
di libri per far discutere i bambini
Adesso
presento tre libri per
ragazzi
che presentno pacatamente ma molto bene anche le ragioni della non
credenza, senza “assalire” le posizioni dei credenti nelle varie
religioni. Al solito trascrivo dall’indice gli argomenti
trattati
e poi qualche pagina per far vedere come
sono trattati. Altri libri sono indicati nella Bibliografia.
Cosa
è la vita?
Di Oscar Brenifier, disegni di Jérôme Ruillier
Giunti
junior Editore,
2006. Fuori catalogo.
Età
di lettura: da 8 anni.
Indice:
Felicità.
Ambizione. Infelicità. Esistenza.
Senso della vita. Morte.
Il
libro parte da sei domande
fondamentali. Attraverso testi semplicissimi e accompagnati da
disegni divertenti e ironici, non si ha la pretesa di risolvere ogni
questione posta, ma di cominciare a rifletterci sopra, con
leggerezza, ironia e serenità:
Esistenza
Perché
esiste l’uomo?
1.
Perché l’ha voluto Dio.
Sì,
ma…
Che
cosa voleva farci, Dio, dell’uomo?
Quale
Dio?
E
chi non crede in Dio?
2.
Perché
la vita si è evoluta per milioni di anni per arrivare all’uomo.
Sì,
ma…
Perché
la vita è apparsa sulla terra?
L’uomo
avrebbe potuto anche non esistere?
L’uomo
è il punto di arrivo dell’evoluzione?
3.
Perché la terra doveva essere abitata.
Sì,
ma…
La
Terra aveva bisogno dell’uomo?
L’uomo
aveva bisogno della Terra?
L’uomo
non rischia di distruggere la Terra?
4.
Perché l’uomo è il solo in grado di capire e spiegare le cose.
Sì,
ma…
Capire
e spiegare, cambia qualcosa?
Questo
significa che l’uomo è superiore a un animale, un albero, una
stella?
Come
facciamo a sapere che l’uomo è il solo a capire?
5.
Per niente.
Sì,
ma…
Non
è che lo diciamo perché non sappiamo rispondere?
E
se l’uomo non servisse a niente?
Ti
scoccia esistere senza motivo?
6.
L’uomo esiste è ovvio.
Eppure
qualche volta si ferma, si guarda in giro stupito e si chiede perché
c’è.
È
dio, oppure la natura, che lo fa esistere?
La
Terra non sarebbe forse migliore senza di lui?
L’uomo
è intelligente. Ma quando vede ciò che combina, è combattuto tra
l’ammirazione e il timore.
Il
concetto di Dio
di Oscar
Brenifier, disegni di Jacques Després
Isbn
Edizioni.
2010.
Età
di lettura: da 8
anni.
Dalla
presentazione:
Non
c’è un solo modo di pensare.
Sta
a ognuno scoprire, cercare, costruire il proprio…
Non
c’è un’unica risposta alle grandi domande della vita.
Dodici
idee
sul concetto di Dio si confrontano in questo libro.
Ecco
le prime due:
—Alcuni
pensano che Dio esista, che sia un essere reale.
Altri
credono che Dio sia un’idea che ci serve per spiegare l’origine
del mondo e misteri come quello della vita e della morte.
—Alcuni
pensano che esista che un solo Dio, unico e onnipotente, anche se
prende nomi differenti a seconda delle credenze.
Altri
credono che esistano innumerevoli dèi, ciascuno con la propria
natura e specifiche capacità.
Le
50 domande più toste e strambe sulla Fede e sulla Religione
Di
Julian Baggini, Vallardi
editore, da otto anni.
SOMMARIO
degli argomenti trattati:
Cap
1 Religioni
per tutti i gusti
Che
cos’è una religione?
Come
posiamo capire una religione?
Perché
ci sono così tante religioni?
Perché
esistono varianti della stessa religione?
Dobbiamo
rispettare chi ha una religione diversa?
Perché
alcune nazioni sono più religiose di altre?
Possiamo
criticare una religione?
C’è
stato davvero il Diluvio Universale?
Cap
2 In
cerca di Dio
Che
cos’è Dio?
Ma
Dio esiste?
Un
solo Dio o molti dèi?
Possiamo
dimostrare l’esistenza di Dio?
A
che cosa somiglia Dio?
Dio
è un uomo?
Dio
ha creato il mondo?
Dio
è onnipotente?
Dio
conosce il futuro?
Dobbiamo
ubbidire a Dio?
Dovremmo
temere Dio?
E
se Dio non esistesse?
Cap
3 Santi,
peccatori, il bene e il male
La
religione può dire cosa è giusto e sbagliato?
Che
cos’è il peccato?
Sono
nato peccatore?
I
credenti sono persone migliori?
Chi
sono i santi?
Le
religioni aiutano i poveri?
Che
cosa dicono le religioni sugli animali?
Le
religioni trattano uomini e donne allo stesso modo?
Le
religioni causano le guerre? Esiste davvero il paradiso?
Esiste
l’inferno?
Esiste
il diavolo?
Perché
Dio permette il male?
Dio
può sbagliare?
Dio
può essere malvagio?
Cap
4 Fede,
culto, angeli e anime
Che
cos’è la fede?
La
fede può guarire?
Perché
si pratica un culto?
Possiamo
parlare con Dio?
Che
cos’è un angelo?
L’immagine
della Madonna può apparire su un toast?
Un
dente può essere sacro?
La
religione si eredita dai genitori?
Un
neonato può avere una religione?
Ma
io ce l’ho un’anima?
Posso
cambiare religione?
Ma
insomma, posso prendere pezzi di religioni diverse?
Riporto
le paginette dei capitoli sottolineati come esempi di come tratta
questi argomenti Julian Baggini che scrive critiche pacate e
ragionevoli alle religioni, ma non infierisce mai. Ha sempre un
argomentare sereno e aperto a ogni punto di vista.
Da
pagina 12:
Perché
ci sono così tante religioni?
Nel
mondo ci sono
talmente
tante religioni che
contarle non è affatto facile. Magari la tua è una delle più
diffuse, ma ci sono almeno una ventina di religioni con oltre mezzo
milione di seguaci ciascuna.
Ma
perché c’è tutta questa varietà?
Si
potrebbe rispondere che solo una o alcune delle religioni del mondo
sono vere, e che tutte le altre sono false. Questa risposta pone
subito un problema:
come
facciamo a sapere qual è quella vera?
Un’altra
possibilità è che ogni religione sia sbagliata in qualche modo, ma
che molte - forse tutte - abbiano qualcosa
di
giusto.
Una
terza possibilità è che
tutte
le religioni siano solo un’invenzione degli uomini. Naturalmente
la gente non pensa di averle inventate. Chi è religioso pensa
sinceramente di aver scoperto delle verità importanti. Ma forse ha
torto.
Qual
è la risposta giusta? Non te lo so dire. Devi decidere da solo qual
è quella più sensata.
In
questa pagina c’è poi un riquadro con una frase di Homer
Simpson, dalla serie TV I
Simpson:
“Ma
Marge, e se avessimo scelto la religione sbagliata? Ogni settimana
faremmo solo diventare Dio più furioso!”
Da
pagina 14:
Perché
alcune nazioni sono più religiose di altre?
Qualche
anno fa, un’indagine scoprì che nove africani su dieci dicono di
essere religiosi. Nell’America Latina e in Medio Oriente dicono di
esserlo otto persone su dieci. Ma in Europa occidentale solo sei
persone su dieci affermano di essere religiose.
Perché
in alcune parti del mondo le persone sono più religiose?
Be’, pare che spesso gli abitanti delle nazioni più ricche e più
istruite siano meno religiosi.
Ma
non è così semplice. Gli Stati uniti sono una nazione molto
religiosa, con più di sette persone su dieci che si definiscono
religiose. Ma sono anche la nazione più ricca del mondo, con alti
livelli di istruzione. In tutto il mondo esiste gente ricca, istruita
e religiosa.
Insomma,
anche se il benessere e l’istruzione influiscono, dobbiamo
guardare anche alla storia e alla cultura di ogni singola nazione
per capire perché i suoi abitanti hanno certe credenze. I fattori
coinvolti sono così tanti che è molto difficile capire perché
alcune nazioni sono più religiose di altre.
Da
pagina 27:
Dio
è onnipotente?
Spesso
si pensa che Dio possa fare qualsiasi cosa. Ma ecco qui alcune cose
che Dio non può fare: Dio non può creare un altro dio che sia più
potente di lui.
Dio
non può creare un cerchio quadrato. Se avesse quattro lati, non
sarebbe un cerchio; se fosse un cerchio, non avrebbe quattro lati e
non potrebbe essere un quadrato. …
Da
pagina 30:
E
se Dio NON esistesse?
Alcuni
credono che Dio non esista. Sono chiamati atei.
Cambierebbe
qualcosa se Dio non esistesse?
Molti pensano di sì. Se l’universo non avesse un creatore e
nessuno che lo governi, allora come potremmo sapere in
che modo vivere,
e soprattutto,
che senso avrebbe la vita?
Molti
atei non sono d’accordo. Pensano che la vita possa scorrere bene
anche senza uno o più dèi. A pensarci bene, non è meglio amare il
prossimo semplicemente perché pensiamo sia giusto, piuttosto che per
accontentare Dio? Non è meglio apprezzare la vita per quello che è,
invece di stare troppo a pensare a che cosa potrebbe succedere dopo
la morte?
Gli
atei dicono che vivere senza Dio ci aiuta a concentrarci su ciò che
è davvero importante: il nostro prossimo e la vita qui sulla Terra.
Così,
se anche Dio non esistesse, non sarebbe poi un gran disastro!
C’è
un riquadro nella pagina, con una frase di Bertrand Russell
(1872-1970), filosofo e matematico inglese: “La religione è un
residuo dell’infanzia della nostra intelligenza. Svanirà nel
momento in cui adotteremo la ragione e la scienza come linee guida.”
Siti,
in attesa che me ne siano segnalati altri
AMICA
SOFIA è una associazione di promozione sociale per la ricerca e la
diffusione delle pratiche di filosofia dialogica nella scuola e nella
società. Ha un bel sito
con
interessanti rubriche e una rivista:
Ecco
un esempio di P4C
a Casalecchio
di
Reno (BO):
Altri
progetti
qui:
Il
“Road to 2020”: